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Questo articolo è stato pubblicato il 05 ottobre 2012 alle ore 18:36.
Via libera all'unanimità dalla commissione statuto del Partito democratico alla partecipazione di Matteo Renzi, e di altri candidati oltre al segretario, alle primarie. Approvata la proposta di deroga al regolamento. La modifica sarà sottoposta domani all'assemblea nazionale. Intanto si lavora alle utlime correzioni sulle regole: a proporre la linea in assemblea (che dovrà votarla) sarà il presidente della commissione statuto, Maurizio Migliavacca.
La correzione più importante, rispetto a quanto emerso in questi giorni, riguarderebbe la pre-registrazione e andrebbe incontro alla richiesta di Renzi. Secondo quanto trapelato la pre-registrazione dei votanti potrebbe svolgersi direttamente ai gazebo e non in un luogo diverso, come precedentemente ipotizzato, ma soprattutto potrebbe essere prevista come facoltà e non come obbligo. Inoltre si dovrebbe poter votare anche solo al secondo turno, registrandosi in quel momento. Resta la possibilità di registrarsi a partire dalla settimana precedente, come quella di farlo contestualmente al voto. L'albo dei partecipanti poi potrebbe essere non totalmente pubblico ma consultabile solo nelle sedi dei partiti.
Sulla quota di firme necessarie per partecipare alle primarie ancora non è chiaro se saranno 18mila con in alternativa l'appoggio di 70 delegati, oppure se si arriverà a soglie più alte, come 100 delegati o 30mila firme. Che devono essere raccolte in almeno 10 regioni, non più di 2mila per regione.
Confermato l'obbligo per i candidati di altri partiti di sottoscrivere una carta d'intenti della coalizione in modo da evitare veti reciproci tra Pier Ferdinando Casini e Nichi Vendola. Un vincolo che varrà per tutti i candidati del centrosinistra riguarda il programma di governo all'insegna del «non si può stravolgere l'agenda Monti», una regola che sembra pensata soprattutto per Sel. I competitors democratici devono accettare programma del Pd e coalizione.
Già c'è suspense sui numeri. In assemblea il voto non partirà prima delle 14. Il quorum necessario verrà annunciato all'avvio dei lavori, anche perché dal plenum vanno tolti alcuni componenti che non ne fanno più parte. E per verificarlo l'assemblea sarà divisa in settori sui quali vigileranno gli scrutatori che riferiranno alla presidenza i conteggi.
Intanto il sindaco di Firenze da Reggio Calabria ripete: «Strano che si cambino le regole in corsa» e ribadisce che non accetterà «premi di consolazione nel caso di una sconfitta». Mentre Davide Zoggia, responsabile Enti locali del Pd, dice di non riuscire a capire «il nervosismo di Renzi di fronte alla richiesta di trasparenza», anche perché «il Partito democratico é un bene comune e dovrebbe essere interesse di tutti i dirigenti preservarlo e metterlo davanti ai propri interessi».
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