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Questo articolo è stato pubblicato il 10 ottobre 2012 alle ore 19:37.
L'ultima modifica è del 10 ottobre 2012 alle ore 13:41.

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Domenico Zambetti (Imagoeconomica)Domenico Zambetti (Imagoeconomica)

L'idea dell' opposizione è andare al voto a dicembre, come nel Lazio. «Basta così. ci mancava solo la 'ndrangheta. Andiamo a votare. Subito», scrive sul suo blog Pippo Civati, consigliere regionale dei democratici. Secondo Emanuele Fiano, responsabile Pd della sicurezza, «ormai anche i più accaniti e resistenti difensori di Formigoni comprendono che non c'è altra strada se non le dimissioni di questa giunta per il bene dei cittadini lombardi».

Che non si possa più andare avanti così lo dice anche il sindaco di Miano, Giuliano Pisapia. E Walter Veltroni su Twitter ricorda «quando denunciavo le infiltrazioni delle mafie e il Prefetto di Milano rispondeva che a Milano la mafia non esiste». «La Regione Lombardia ha più indagati del carcere di San Vittore», dice il segretario di Rifondazione Comunista Paolo Ferrero.

Gli indagati
L'arresto dell'assessore Domenico Zambetti è solo l'ultimo degli scandali che ha toccato Regione Lombardia.
Tra gli indagati anche il presidente Formigoni, per corruzione con l'aggravante della transnazionalità nell'inchiesta sui presunti fondi neri costituiti attraverso la Fondazione Maugeri.
Davide Boni (Lega Nord), ex presidente del consiglio regionale dimessosi dopo le accuse, è indagato per corruzione per vicende che risalgono al periodo precedente al 2010, quando ricopriva il ruolo di assessore all'Urbanistica, per un presunto giro di tangenti a Cassano D'Adda per un valore di circa un milione di euro.
Pier Gianni Prosperini, ex assessore al turismo e allo Sport, è coinvolto in due fatti diversi: la prima volta è finito in carcere per un presunto giro di mazzette legate alla promozione televisiva del turismo regionale, poi è stato accusato di corruzione e false fatturazioni in relazione a tangenti ricevute per favorire un imprenditore in una gara d'appalto per la costruzione di stand fieristici in occasione della Bit.
Franco Nicoli Cristiani, ex vicepresidente del consiglio regionale, è finito in carcere per una presunta tangente da 100 mila euro.
La leghista Monica Rizzi (considerata molto vicina a Renzo Bossi) si è dimessa dalla carica di assessore allo sport dopo gli scandali nel Carroccio; è indagata a Brescia per presunti dossieraggi nei confronti di avversari Lumbard.
Romano La Russa, l'assessore del Pdl alla Protezione civile, polizia locale e sicurezza è finito sotto inchiesta per illecito contributo elettorale.

Tra i consiglieri
Indagato anche Renzo Bossiper appropriazione indebita (in concorso con l'ex tesoriere della Lega Francesco Belsito) in relazione alle spese personali pagate, secondo l'accusa, con i fondi del partito.
Nicole Minetti è indagata (insieme e Lele Mora ed Emilio Fede) per induzione e favoreggiamento della prostituzione nella vicenda Ruby.
Massimo Ponzoni, titolare dell'Ambiente nella scorsa legislatura, consigliere segretario dal 2010, è accusato di bancarotta per distrazione, bancarotta documentale e fatturazioni per operazioni inesistenti.
Gianluca Rinaldin, accusato per tangenti nel settore turistico sul Lago di Como, è già stato condannato in primo grado per falso e truffa a due anni e mezzo.
Giuseppe Angelo Giammario (vicepresidente della commissione ambiente) è accusato di corruzione e finanziamento illecito ai partiti, all'interno di uno stralcio di inchiesta sul verde pubblico di Monza.

Per Filippo Penati, pure lui ex presidente del consiglio regionale, all'epoca in quota Pd, ora iscritto al gruppo misto, i pubblici ministeri hanno chiesto il rinvio a giudizio per corruzione, concussione e finanziamento illecito ai partiti nell'indagine su un presunto giro di tangenti sulle aree ex Falck e Marelli, all'epoca in cui Penati era sindaco del Comune di Sesto San Giovanni.

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