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Questo articolo è stato pubblicato il 14 ottobre 2012 alle ore 17:38.

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Per dimostrare la sua innocenza Lance Armstrong sarebbe pronto a sottoporsi a un test con la macchina della verità. Lo ha rivelato oggi il suo avvocato alla Bbc. "Personalmente sono a favore della sperimentazione di un test alla macchina della verità nella forma dovuta" ha dichiarato Tim Herman nel corso di una trasmissione radiofonica.

Il legale del ciclista texano ha precisato che il suo assistito è favorevole al test a patto che le 26 persone - tra cui molti ex compagni di squadra - che hanno testimoniato contro di lui davanti all'Agenzia antidoping americana (Usada) facciano altrettanto.

"Vi posso assicurare che molti testimoni hanno versioni contraddittorie e Lance ha avuto nel corso della sua di carriera in Europa più di 600 ciclisti, dirigenti e tecnici. Vedo che undici (delle 26 persone che hanno testimoniato contro erano ex compagni di squadra, ndr) hanno detto cose, ma molti altri hanno confutato queste accuse " ha spiegato.

Il dossier della Usada avrebbe accertato che Armstrong, vincitore di sette Tour de France, si sarebbe sottoposto a pratiche vietate per cinque volte e che la sua ex squadra Us Postal avrebbe organizzato un sistema di doping molto sofisticato. Armstrong è stato radiato dalla Usada, che ha anche annullato le vittorie al Tour. Sul caso deve ancora pronunciarsi però l'Unione ciclistica internazionale.

Il caso dell'ex ciclista statunitense Lance Armstrong, sette volte vincitore del Tour de France, passa per sentieri simili a quelli dell'ex atleta Marion Jones che ha scontato sei mesi in prigione per aver mentito davanti ad una commissione del Congresso degli Stati Uniti. Armstrong, come l'ex campionessa olimpica e mondiale di atletica leggera, ha dichiarato sotto giuramento, davanti ad un giudice nel 2005 che non si era dopato mai, ed ha negato anche qualunque vincolo con il dottor Michele Ferrari, un medico che secondo l'Agenzia Antidoping degli Stati Uniti (Usada), ha organizzato il programma di doping della squadra Us Postal alla quale apparteneva il campione texano.
A proposito della possibilita' che venga aperto un processo nei riguardi di Armstrong per falsa testimonianza, Bruce Deming, ex pubblico ministero federale e ciclista dilettante, ha detto che dubita che il caso sara' riaperto. "I federali sapevano che l'Usada sapeva e l'Usada sapeva che i federali sapevano", ha spiegato Deming con un gioco di parole. "Quindi questa non e' un'informazione nuova per i pubblici ministeri, io non lo credo". Deming ha infatti precisato che la recente relazione dell'Usada e' simile a quella dei pubblici ministeri. "L'indagine contro Lance che includeva molte agenzie federali e ha dato origine ad un'indagine federale molto grande e ben organizzata, con l'utilizzo di milioni di dollari, non ha prodotto evidenze tali da accusare Armstrong", ha aggiunto Deming.

Benche' le voci e le accuse hanno perseguitato Armstrong per molto tempo, nel 2002 si e' chiusa l'indagine di 21 mesi che metteva fine alle accuse alla squadra di Armstrong per l'uso di sostanze proibite durante il Tour de France, non trovando evidenze in quel senso. E mentre l'Unione Ciclistica Internazionale (UCI), pubblicava una relazione assolvendolo dalle accuse nel 2006, i pubblici ministeri federali di Los Angeles chiusero un'indagine successiva di due anni senza presentare accuse.

Tuttavia, l'Usada in un'altra indagine recente guidata dal direttore esecutivo Travis Tygar, ha segnalato che i test sul sangue di Armstrong, prelevato all'epoca, presentavano segni che potrebbero indicare doping. Tygar e gli altri investigatori si sono concentrati sui dettagli della relazione dell'agente federale Jeff Novitzky che aveva processato Armstrong nel maggio 2010 dopo le accuse di Floyd Landis, suo vecchio compagno. A Landis fu tolto il titolo nel Tour de France del 2006 dopo essere stato trovato positivo al testosterone e anni dopo ha ammesso di essersi dopato ed ha perfino raccontato i vantaggi di stare al fianco di Armstrong per utilizzare sostanze proibite.

In quel momento Landis fu smentito dall'UCI e l'indagine di Novitzky fu archiviata all'inizio del 2012 per "mancanza" di prove solide, d'accordo con la Procura della California che ha derubricato il caso. Basandosi sui dati raccolti da Novitzky, Tygar e l'Usada hanno utilizzato le testimonianze di 11 corridori che hanno ammesso l'uso di doping per migliorare il rendimento quando erano in squadra con Armstrong.

"Agli inizi della mia carriera da professionista e' diventato subito chiaro per me che non era possibile competere al livello piu' alto senza l'uso di sostanze che migliorano il rendimento", ha detto George Hincapie', compagno di Armstrong. "Mi pento profondamente di quella decisione". L'Usada ha precisato che dispone di "evidenza documentale diretta, inclusi pagamenti finanziari, messaggi di posta elettronica, dati scientifici e risultati di prove di laboratorio che dimostrano l'uso, il possesso e la distribuzione di droghe da parte di Lance Armstrong". Ed ha aggiunto che e' il "programma di doping piu' sofisticato, professionalizzato e di successo che lo sport abbia mai visto". Armstrong, attraverso il suo avvocato, ha fatto sapere che si tratta solo di "una caccia alle streghe".

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