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Questo articolo è stato pubblicato il 17 ottobre 2012 alle ore 10:18.

«Se c'è qualcuno che crede che io ormai sia un cane morto, credo proprio che in termini di consensi reali, nel partito e nel Paese, si stia sbagliando. E se ne accorgerà». È questo l'avvertimento che l'ex presidente del Consiglio e leader storico della sinistra, Massimo D'Alema, lancia questa mattina dalle colonne di "Repubblica" in risposta a una domanda sulla sua intenzione di partecipare alle prossime Politiche. «Valuteremo insieme, nelle sedi deputate e al momento opportuno. Quello che mi sta a cuore, adesso, è difendere la mia, la nostra storia. Noi abbiamo governato questo Paese, noi lo abbiamo portato in Europa».

Quanto alla sua candidatura, ribadisce poi l'attuale presidente del Copasir in linea con le ultime dichiarazioni del segretario Pd: «Non decide Bersani, ma il partito, questo prevede lo statuto. Il segretario non mi ha assolutamente scaricato. Non è il capo che fa le liste». D'Alema ricorda quindi che a decidere sono i dirigenti, per cui, aggiunge, con Bersani «non c'è nessun disaccordo, nessuna polemica, il segretario ed io la vediamo allo stesso modo. Il resto sono chiacchiere, illazioni».

Enrico Letta: 2013 sarà la mia ultima candidatura
Ora che Bersani ha rottamato la rottamazione, le primarie siano sulle idee per il Paese», auspica Enrico Letta che da Twitter, richiamandosi a quanto affermato ieri sera ospite di Otto e Mezzo su La7, anticipa che «anche io rispetterò lo Statuto Pd e il 2013 sarà la mia ultima candidatura al Parlamento».

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