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Questo articolo è stato pubblicato il 22 ottobre 2012 alle ore 21:28.

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Un macigno è caduto nel nostro Paese sulla testa di sette persone della Commissione Grandi Rischi che, per definizione, deve tutelarci dalle catastrofi più tremende, per quanto umanamente possibile. Per questo vengono inseriti in questa commissione i migliori scienziati e specialisti. E invece oggi alle 17 sono stati condannati a sei anni di reclusione dal tribunale di Bazzano, giudice unico Marco Billi, e a varie pene pecuniarie di risarcimento di importo non indifferente.

L'accusa è infamante per uno scienziato, soprattutto per chi dove occuparsi anche dell'incolumità pubblica: omicidio colposo. Non hanno avvertito, anzi in una conferenza stampa avrebbero addirittura diminuito, del rischio connesso alle ripetute scosse che fecero da precursori del terremoto dell'Aquila dell'aprile 2009, e che iniziarono ne 2008.

Dovevano avvertire la gente di quella città, questa l'accusa, perfettamente recepita dal giudice che anzi ha rincarato la pena, e di molto, portando dalla richiesta del pubblico ministero , 4 anni, a ben 6 anni di reclusione, caso non molto frequente.

Il rispetto della sentenza è d'obbligo, e comunque sinceramente sentito, e la lettura delle motivazioni in questo caso sarà, se mai è possibile, ancora più importante che in altri casi. Già perché in tutto il mondo la notizia è corsa come un fulmine e le principali testate, come BBC o, Guardian e così via, si interrogano stupite. C'è qualcosa che non abbiamo capito, la domanda, c'è un equivoco o per caso in Italia la Scienza è stata messa in carcere ? Non lo sanno i giudici che non si possono prevedere i terremoti ? E da oggi chi mai si presterà fra gli scienziati, importanti o meno, a dare un parere con il rischio di finire in galera?

C'è bisogno di chiarire di cosa sono stati riconosciuti colpevoli.
Certo sarebbe bello se i medici sapessero curare tutte le malattie, piccole e grandi, che ci affliggono, e altrettanto sarebbe augurabile che le case farmaceutiche riuscissero a fare medicine per curarle e senza alcun effetto collaterale. Sarebbe bello e ci lavora la scienza da sempre. Ma ancora non è così. E allora ? E allora ci siamo inventati di discutere coi pazienti dei rischi che corrono quando si sottopongono a una cura o addirittura a un'operazione chirurgica. La parole magica è quindi "rischio", cosa diversa da "pericolo".

Nel caso del terremoto il rischio è qualcosa di molto vicino alla probabilità che quell'evento succeda. Qui, in questo luogo, prima o dopo potrà succedere un terremoto grave molto, così così o poco. Questo è il rischio. Ma la capacità di prevedere i tre punti chiave, i cardini della vicenda, e cioè quando, dove e quanto è praticamente nulla. Sappiamo benissimo che in California ci sarà un terremoto devastante, e altrettanto succederà in Giappone. Entrambi saranno "presto". Già, molto bene, presto, ma quanto presto? Il nostro "presto" è un giorno, un mese, un anno, o invece dobbiamo pensare al "presto" della Terra, che ha 4 miliardi anni ?

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