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Questo articolo è stato pubblicato il 23 ottobre 2012 alle ore 19:37.

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La prima conseguenza della sentenza di condanna emessa ieri nei confronti dei componenti della ex commissione Grandi rischi è «la paralisi delle attività di previsione e prevenzione». Lo afferma il Dipartimento della Protezione civile.

La nota arriva a poche ore dall'annuncio delle dimissioni del presidente della commissione Grandi rischi, il fisico Luciano Maiani. «Non credo che ci siano le condizioni idonee per poter proseguire il nostro lavoro con serenità», ha dichiarato Maiani. «Avevamo già fatto presente che le condizioni in cui opera la commissione - ha aggiunto il fisico - non permettono di lavorare con tranquillità e in serenità. La commissione è completamente disarmata». Maiani ha poi annunciato anche le dimissioni anche del presidente emerito della Commissione Grandi rischi, Giuseppe Zamberletti, e del vicepresidente Mauro Rosi.

Protezione civile: rischio che si regredisca di 20 anni
Si arriverà alla paralisi, nota il Dipartimento della Protezione civile, «poiché è facile immaginare l'impatto di questa vicenda su tutti coloro che sono chiamati ad assumersi delle responsabilità in questi settori considerati i pilastri di una moderna Protezione civile».

Il rischio, sottolinea, «è che si regredisca a oltre vent'anni fa, quando la Protezione civile era solo soccorso e assistenza a emergenza avvenuta. Oppure che chi è incaricato di valutare finisca per alzare l'allerta al massimo livello ogni qualvolta i modelli previsionali forniscano scenari diversificati, generando una crescita esponenziale di allarmi che provocheranno assoluta sfiducia nei confronti di chi li emette o situazioni di panico diffuso tra la popolazione».

«In entrambi i casi - prosegue la Protezione civile - le istituzioni, primi fra tutti i sindaci, che per legge hanno l'obbligo di pianificare e prendere decisioni a tutela dei propri cittadini, lo dovranno fare senza il fondamentale supporto di coloro che fino a ieri, avendo le necessarie competenze ed esperienze, fornivano valutazioni e interpretazioni sui molteplici rischi che interessano il territorio italiano e che da oggi non si sentono più tutelati dal Paese per cui prestano servizio».

Tra le conseguenze che si stanno già ripercuotendo sul servizio nazionale di Protezione civile a seguito della sentenza di condanna emessa ieri dal tribunale dell'Aquila, il Dipartimento cita le dimissioni formalmente presentate al presidente del Consiglio da parte dei componenti della Commissione Grandi rischi, oltre a quelle di Mauro Dolce, direttore dell'Ufficio rischio sismico del Dipartimento..

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