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Questo articolo è stato pubblicato il 24 ottobre 2012 alle ore 21:18.

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È un cattolico stimato anche dagli ex Ds, entrato in politica quando gli ex (comunisti e popolari) si erano già ritrovati in un unico partito, il Pd. Forse anche per questo è riuscito a sfuggire alla logica delle etichette del passato (di bindiano piuttosto che lettiano). Vice segretario dei democratici provinciali, Fabio Pizzul è entrato nel consiglio regionale lombardo per il suo primo incarico politico-istituzionale con un numero record di preferenze per un debuttante (10.535), forte anche del suo passato nell'Azione Cattolica di cui è stato presidente diocesano dal 2002 al 2008. E in questi anni in Regione, lo dicono in molti nel partito, ha lavorato parecchio, su e giù per il territorio a incontrare persone, guardandosi bene dal rimanere chiuso nel palazzo.

Che sia il candidato (possibile per ora) del Pd alle primarie per la corsa al Pirellone nessuno ancora lo ammette. Ma nella fase attuale è quello con maggiori chances, anche perché sarebbe in grado di raccogliere il voto moderato, magari pure quello dei ciellini delusi da Formigoni, forse anche quello dei centristi dell'Udc. La sua attenzione ai deboli lo avvicina alle sponde della sinistra radicale. E poi c'è il sindaco di Milano, Giuliano Pisapia, che (parlando a Otto e mezzo) ha detto: «Per la Regione Lombardia ci vorrebbe una candidatura più moderata della mia». Fabio Pizzul e Maurizio Martina sono i due candidati più probabili tra i democratici, ma il segretario regionale del Pd sarebbe intenzionato a sfilarsi, lasciando campo libero a Pizzul. Che pre ora prende tempo.

Tra la società civile
Le Acli lo considerano «un buon testimone dal punto di vista della qualità etica e della trasparenza», nelle parole del segretario regionale Giambattista Armelloni, ma non chiudono le porte ad altri nomi possibili, perché «ora più che mai è la squadra che conta», una squadra che «valorizzi il vero volto della Lombardia». Stessa musica dalla Cisl regionale, con il segretario, Gianluigi Petteni che sottolinea come sia «finita la stagione di un uomo solo al comando». Ora «servono più persone che diano contributi rilevanti in una stagione d'emergenza, mettendo al centro i temi del lavoro, degli ammortizzatori sociali, dello sviluppo». Quanto a Pizzul nessun dubbio sul fatto che sia «una persona seria e molto impegnato sul piano dei contenuti».

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