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Questo articolo è stato pubblicato il 24 ottobre 2012 alle ore 19:43.

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Il prefetto di Napoli Andrea De Martino, nel rimproverare bruscamente il prete anti-camorra, don Patriciello, per aver chiamato «signora» la collega casertana, «ha sbagliato, ma chi è senza peccato scagli la prima pietra». Così il ministro dell'Interno ha commentato il comportamento del prefetto, dopo che la vicenda è rimbalzata all'attenzione dei media e dei social network. «Sicuramente c'è stato un errore, lo riconosciamo tutti e lui per primo», ha ribadito il ministro degli Interni rispondendo ad Andrea Ceccherini, presidente dell'Osservatorio permanente Giovani-Editori, che nei giorni scorsi aveva rivolto un appello pubblico alle istituzioni: «Per noi, che con il progetto "Il Quotidiano in Classe" lavoriamo con i ragazzi per rilanciare l'educazione civica, cenerentola della scuola, un video come quello del prefetto De Martino rende il compito ancora più in salita». «Nessuno - aveva detto Ceccherini in un'intervista alla Nazione - vorrebbe essere trattato come il prefetto di Napoli ha trattato il parroco di Caivano. Occorre indignarsi di fronte all'esplosione dell'arroganza da qualunque parte essa venga, a maggior ragione che mai quando essa giunge da chi istituzionalmente avrebbe il dovere di tutelare i più deboli, che invece umili».

Il video: «Se io lachiamerei signore, lei come reagirebbe?»
L'episodio è avvenuto il 18 ottobre, durante un incontro in Prefettura per denunciare l'allarme sui rifiuti tossici nelle province di Napoli e Caserta. Una scena ripresa in un video che ha fatto il giro del web. Nel filmato si può cogliere chiaramente quanto detto quel giorno. Il parroco di Caivano (Napoli) prende la parola, ma senza rispettare l'etichetta: si rivolge al prefetto di Caserta, Carmela Pagano, chiamandola «signora» invece che «signora prefetto» come vorrebbe il protocollo. Per questo il motivo, il prete viene interrotto bruscamente dal prefetto di Napoli, Andrea De Martino: «Lei manca di rispetto per le istituzioni», dice il prefetto, e poi scivola sull'italiano: «Se io la chiamerei signore, lei come reagirebbe?». Poi De Martino si corregge: «Mi fa anche dimenticare l'italiano…».
Patriciello resta in un primo momento basito, e poi si scusa: «Non era mia intenzione offendere, mi spiace, non sono avvezzo a questi consessi, non volevo mancare di rispetto, perdonatemi tutti quanti, io sono un prete, un parroco di periferia...».

Il prete scrive una lettera al prefetto
Poi, la sera del 18 ottobre, don Patriciello annuncia di aver scritto una lettera al prefetto De Martino, nella quale si definisce «mortificato» per quanto accaduto.
«Sono appena ritornato a casa dopo l'incontro - scrive il sacerdote - mi sento tanto mortificato dalle sue parole gridate nei miei confronti e senza motivo davanti a un consesso così qualificato. Che dirle? Se a me, prete di periferia, è concesso di ignorare che chiamare semplicemente "signora", la signora Prefetto di Caserta fosse un'offesa tanto grave, non penso assolutamente che fosse concesso a lei, arrogarsi il diritto di umiliare un cittadino italiano colpevole di niente, presente in prefettura come volontario per dare il suo contributo alla lotta contro lo scempio dei rifiuti industriali interrati e bruciati nelle nostre campagne».

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