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Questo articolo è stato pubblicato il 26 ottobre 2012 alle ore 11:12.

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A pochi giorni dall'assemblea del Partito comunista cinese (8 novembre) che designerà i nuovi vertici del Paese, un'inchiesta del New York Times rivela uno scenario inaspettato. La famiglia dell'attuale premier cinese Wen Jiabao (70 anni), che si appresta a cedere il potere (almeno quello formale, perché chi è stato ai vertici del potere cinese spesso continua a mantenere influenza sui successori), ha accumulato una ricchezza stimata in almeno 2,7 miliardi di dollari.

I leader paperoni non sono certo una novità in campo politica, ma la cosa assume un peso diverso calata a queste latitudini, dove il partito di potere si chiama "Comunista" e a maggior ragione se si considera che lo stesso Jiabao si è sempre fatto vanto delle sue origini modeste. Cosa che trova conferma nell'inchiesta giornalistica, secondo la quale le vere fortune familiari sono arrivate proprio in parallelo con la sua scalata politica.

Dall'allevamento di maiali agli investimenti da paperoni
La madre di Wen ha lavorato come insegnante del Nord della Cina, mentre il padre come allevatore di maiali: eppure cinque anni fa, tramite una società finanziaria, hanno investito l'equivalente di
120 milioni di dollari. E non finisce qui perché la catena della ricchezza accumulata riguarda almeno una decina di suoi parenti tra figlio, figlia, fratelli e cognati, tutti additati di possedimenti per centinaia di milioni di dollari senza aver mai avviato alcuna attività imprenditoriale.

La censurae la replica cinese
Sta di fatto che l'inchiesta giornalistica non ha fatto piacere a Pechino, tanto da incappare nella censura. Il sito del New York Times è stato oscurato in tutto il Paese e lo stesso destino è toccato a tutti i messaggi contenenti il nome del premier su Sina Weibo, un sistema di mini-blogging simile a Twitter. Le informazioni sulla fortuna di Wen Jiabao "diffamano" la Cina: è stato il duro commento diffuso dal ministero degli Affari esteri di Pechino.

Il clima ai vertici del Partito comunista era già riscaldato da tempo, considerata la guerra sotterranea che ha preceduto le designazioni dei nuovi vertici (il nuovo leader sarà il 59enne Xi Jinping). Bo Xilai, che guidava il partito a Chongqin, è finito nella polvere per la condanna di omicidio inflitta alla moglie e le accuse di arricchimento personale. Così, per qualche osservatore a Pechino le carte sull'arricchimento di Wen Jiabao e famiglia potrebbero essere state girate al giornale americano da qualche clan avverso, nell'ambito di una guerra di potere in vista del Congresso che promette ulteriori colpi di scena.

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