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Questo articolo è stato pubblicato il 30 ottobre 2012 alle ore 08:14.

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Recessione, ingovernabilità e insostenibilità di un debito pubblico debordante per dimensioni e oneri. È questo lo "scenario peggiore" che i mercati temono guardando all'Italia post-elezioni 2013: una spirale negativa che avvita il rischio politico a quello economico.

L'incubo ricorrente della comunità finanziaria, consapevole dei limiti del mandato a termine del governo dei tecnici, è stato fin dallo scorso novembre l'arrivo di un nuovo esecutivo che rinneghi le politiche di Mario Monti, le smonti e tiri il freno sulle riforme strutturali e sulla disciplina di bilancio, facendo vacillare le colonne portanti della sostenibilità dei conti pubblici e della crescita. Il ritorno improvviso sul palcoscenico della politica di un agguerritissimo Silvio Berlusconi, pronto a sfiduciare Monti, e l'ascesa del partito di Grillo nelle elezioni siciliane fanno emergere paure e incertezze dei mercati sull'Italia rimaste sottotraccia.
Niente panico, ieri, ma chi aveva sottovalutato il rischio politico italiano si è ricreduto. Molti portafogli esteri tuttavia sono rimasti molto leggeri sull'Italia, nonostante l'arrivo di Monti: lo stock dei titoli di Stato italiani è oramai detenuto al 70%, se non di più, da investitori domestici, privati e istituzionali. Il peso ridimensionato degli stranieri, un tempo detentori di oltre il 50% sulle scadenze medio-lunghe, riduce volatilità e fughe.

Nomura ha aggiornato ieri una clientela giapponese e asiatica più interessata al rischio-Italia di quanto non lo fosse un anno fa ma non ha fatto giri di parole: «Se Berlusconi toglierà la fiducia al Governo Monti, l'approvazione e l'attuazione della Finanziaria 2013 sarà in pericolo, con ripercussioni destabilizzanti per i mercati». Sarebbero proprio le dichiarazioni come quelle di Berlusconi, pronto a inforcare la retromarcia sul cammino intrapreso da Monti, a rendere meno scontato l'intervento della Bce sul secondario dei titoli di Stato italiani. Con Berlusconi che dovesse remare contro con una forza politica importante, sarebbe più difficile trovare un accordo in Parlamento sulla condizionalità per attivare la linea precauzionale ECCL indicata dal presidente Bce Mario Draghi come condizioni necessaria, ma non sufficiente, per le operazioni OMTs. «Senza chiarimenti imminenti tanto sulle politiche del Pdl quanto sulle serie intenzioni di Berlusconi, l'incertezza politica aumenterà, facendo salire il rendimento dei BTp», ammoniva Silvio Peruzzo di Nomura.

Il rischio-Italia per i mercati resta dominato dall'intreccio crescita e politica: la crescita farà invertire la rotta al debito/Pil ma per i mercati sono le riforme strutturali e la disciplina di bilancio a garantire la crescita duratura. «Quest'anno in Italia le aste sono andate bene nonostante la recessione: con una crescita bassa e un surplus primario, i mercati sono disposti a dare tempo alla politica purché la politica faccia la sua parte, garantendo con l'attuazione delle riforme che la crescita ci sarà anche domani», ha sottolineato Fabio Fois di Barclays. L'Italia comunque nel 2013 avrà aste più leggere, e anche questo sarà di aiuto. Chiara Cremonesi di Unicredit ha calcolato che l'anno prossimo l'Italia dovrà collocare 60 miliardi circa di titoli di Stato a medio-lungo termine in meno rispetto a quest'anno, perché le scadenze sono inferiori (da 199 a 158 miliardi) e il deficit più contenuto (un taglio di 17 miliardi dal 2012 al 2013).

Per Paribas, tuttavia, l'esito delle elezioni in Sicilia non è "market friendly": l'assenteismo e il successo dei grillini sanciscono la disfatta di un'intera classe politica e rendono incerto l'esito delle prossime elezioni. Gli slogan contro Monti e contro l'euro, destinati a crescere con l'intensificarsi della campagna elettorale, non sono rassicuranti per i mercati: «Ma i mercati dovranno pur tollerare una retorica che si surriscalda in campagna elettorale», ha convenuto un trader.
Ubs non sottovalutava ieri l'impatto di Berlusconi sui mercati. «Le azioni e le parole di Berlusconi sono ancora seguite molto da vicino dai media internazionali. Giusto o sbagliato che sia, la capacità e la volontà di Berlusconi di mettere in pericolo le riforme e il consolidamento fiscale di Monti stanno preoccupando gli investitori stranieri». Secondo Matteo Cominetta di Ubs, la volatilità aumenterà sul mercato dei BTp durante la campagna elettorale: lo scudo anti-spread dell'Esm e le operazioni OMTs della Bce mettono un limite all'aumento degli spread, ma solo se vengono attivati. Ed è difficile che vengano attivati velocemente prima delle elezioni.

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