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Questo articolo è stato pubblicato il 05 novembre 2012 alle ore 14:06.

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Dopo Hollande, anche Angela Merkel e il suo Governo dichiarano guerra a Google. Obiettivo: far pagare una tassa sul copyright ai motori di ricerca che guadagnano grazie ai contenuti prodotti dagli editori di news.

Editori: una legge sancirà il diritto a farsi pagare da Google
La Germania si prepara a un blackout delle notizie sul web? L'ipotesi non è infondata. La nuova legge sul copyright - che sarà discussa dal parlamento tedesco a fine novembre - darà agli editori di giornali e riviste il diritto di impedire a motori di ricerca e aggregatori di linkare le proprie pagine web, se Google (e i suoi concorrenti) si rifiuteranno di pagare un canone per il loro uso.

Iniziativa già avviata in Francia. Seguirà anche l'Italia?
L'idea di costringere i siti internet a condividere una parte delle entrate che guadagnano dalla vendita di spazi pubblicitari accanto di articoli di giornali e riviste è così affascinante che la Francia sta valutando norme analoghe, come ha recentemente annunciato il presidente Hollande. E ora che si è mossa la Germania, presto questa posizione potrebbe essere sposata anche dall'Italia.

La reazione di Google: rischio blackout per le news
«La legge colpiltà tutti gli utenti tedeschi di internet: la ricerca e, soprattutto, la ricerca di informazioni saranno gravemente danneggiate», ha detto Google per mezzo di un suo portavoce. Google non è sola tra gli oppositori: il dibattito è aperto anche in Germania, dove alcuni parlamentari che sostengono la coalizione guidata da Angela Merkel si sono opposti al disegno di legge. Che comunque è sostenuto da un'ampia maggioranza.

La posizione degli editori
Un supporto viene anche dalla lobby degli editori tedeschi, che tra il 2000 e il 2009 hanno visto i ricavi dei giornali crollare del 20 per cento. Il Governo spera comunque che, quando il nuovo regime introdotto dalla legge in discussione entrerà in vigore, probabilmente entro la prossima estate, gli editori chiederanno canoni moderati. Cosa non scontata viste le prospettive del settore.

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