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Questo articolo è stato pubblicato il 10 novembre 2012 alle ore 19:23.
L'ultima modifica è del 10 novembre 2012 alle ore 10:23.

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VENEZIA - «Una delle possibilità è vedere se possiamo strutturare interventi di riduzione dell'Irap già dal 2014 in poi». Il ministro dell'Economia Vittorio Grilli chiude a Venezia il forum dei Giovani di Confcommercio e lancia agli imprenditori qualche messaggio conciliante. L'ipotesi che la legge di stabilità recepisca una riduzione dell'Irap è dunque concreta, anche se in generale le risorse a disposizione non sono ingenti e occorre continuare a perseguire il pareggio di bilancio «senza se e senza ma».

Così, alla richiesta del presidente di Confcommercio, Carlo Sangalli, di archiviare l'aumento dal 21 al 22% dell'Iva evitando così una «doccia gelata» all'economia, Grilli risponde in maniera interlocutoria perché, spiega, «la coperta è corta».

«Nella legge di stabilità - aggiunge il ministro - c'è più di una dimensione entro la quale ridurre le tasse. Ci sono più assi: il primo è il contenimento dell'Iva, l'aumento della produttività, l'aumento dei redditi delle famiglie in condizioni economiche meno fortunate. Ma la coperta è corta e non si riesce a fare tutto nelle dimensioni che vorremmo. Dobbiamo distribuire le risorse e quindi prendo atto delle priorità delle Confcommercio ma ci sono anche altre esigenze».

Nel corso del suo intervento al forum Grilli ha esordito evitando di spargere troppo ottimismo , «mi piacerebbe dire che il peggio è passato ma non lo posso fare», e tuttavia chiarisce alla platea che il paese è sulla strada giusta, che quella del rigore e dell'equilibrio dei conti è l'unica strategia possibile per recuperare la fiducia dei mercati, e che tutto questo ovviamente non può accadere in modo indolore.

E tuttavia, anche vi sono ancora aree di rischio rilevanti, tra cui le difficoltà della zona euro, l'enormità del debito statunitense e il parziale rallentamento dei paesi emergenti, Grilli spiega di essere fiducioso che il Paese stia «sconfiggendo questa crisi in modo definitivo».

Certo, restano aperti molti nodi, tra cui le difficoltà di dismettere un patrimonio pubblico non più attrattivo come le grandi aziende privatizzate in passato o le difficoltà di agire nella spending review, dove «i «livelli di conservazione restano alti». E tuttavia, la legge di stabilità in un certo senso può essere visto come un punto di svolta e l'inizio di un'inversione di tendenza perché per la prima volta da mesi «non si trattava di un provvedimento d'emergenza da emanare per decreto».

Ben venga il dibattito sulla legge dunque, tenendo conto che gli interventi devono riguardare più aspetti come l'offerta, la domanda, i prezzi. «Avendo stabilizzato i conti pubblici - aggiunge Grilli - possiamo migliorare nell'aspetto della pressione fiscale continuando nella riduzione della spesa pubblica attraverso la spending review. Se continuiamo in questo processo si può cominciare a ridurre il peso fiscale. E questo è un segnale importante, perché vuol dire che se continuiamo a fare le cose bene i risultati arrivano».

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