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Questo articolo è stato pubblicato il 10 novembre 2012 alle ore 17:25.
L'ultima modifica è del 10 novembre 2012 alle ore 11:25.

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«Alcune pratiche, profondamente radicate nella mentalità italiana», come «l'evasione fiscale» o «il nepotismo», «non sono degne di un Paese sviluppato membro del G7 e che è la seconda potenza industriale d'Europa». Lo ha detto il premier, Mario Monti, in un'intervista al trimestrale francese, "Politique Internationale".

«Spero di aver contribuito a rendere gli italiani meno tolleranti rispetto agli abusi di potere e alla corruzione, e più rispettosi nei confronti dei loro doveri civici, a partire da quello che consiste nel pagare le tasse», prosegue Monti nell'intervista, che è stata rilasciata più di un mese fa al trimestrale francese. Monti torna anche sulla necessità di una continuità sul fronte delle riforme.

Sarà «difficile tornare indietro» e «sono rassicurato dal fatto che un gran numero di responsabili politici si sia impegnato a continuare su questa strada virtuosa». Anche perché «queste riforme godono del sostegno» degli italiani che «si rendono conto che in passato, non sono state fatte sempre le scelte giuste e che questi sacrifici sono necessari per creare occupazione a beneficio delle generazioni presenti e future».

Alla richiesta dell'intervistatore di chiarire le parole pronunciate a New York il 27 settembre , pochi giorni prima dell'intervista (il premier aveva detto che in «circostanze speciali» avrebbe potuto valutare l'ipotesi di un bis a Palazzo Chigi), Monti ha risposto: «Ciò che ho detto di recente è che, nell'ipotesi in cui risultasse impossibile costituire una maggioranza, io ci sarò. E se sarà necessario continuerò». Ma, ha proseguito, «come ho detto molte volte l'Italia deve ritrovare la via di un processo democratico normale e non c'è alcun motivo per cui questo scrutinio non consenta di esprimere una maggioranza in grado di governare».

Alla domanda su come veda l'Italia tra dieci anni, Monti ha risposto: «Sono ottimista. Le azioni intraprese proseguiranno e continueranno a portare i loro frutti». Gli italiani - ha detto ancora il premier - si rendono conto che chi evade il fisco è un ladro. Ruba nelle tasche dei cittadini onesti, che sono costretti a pagare di più. Hanno capito che queste abitudini macchiano la reputazione del Paese».

In mattinata, in un intervento telefonico al convegno «La società civile si incontra e propone» il premier aveva espresso invece un monito ai partiti. «Chi mi succederà dovrà seguire la strada del rigore», della crescita e dell'equità sociale percorsa dal Governo tecnico. Monti ha chiesto «meno attenzione a leadership e organigrammi» e maggiore attenzione «ai contenuti».

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