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Questo articolo è stato pubblicato il 12 novembre 2012 alle ore 13:04.
L'ex ministro Mara Carfagna ha deposto in tribunale a Milano nel processo sul caso Ruby a carico di Silvio Berlusconi. Oltre a Mara Carfagna questa mattina a palazzo di giustizia erano presenti anche un altro ex ministro, Maria Stella Gelmini, anche lei testimone, e la showgirl Miriam Loddo. La novità dell'udienza di oggi è che Ruby verrà citata dalla difesa dell'ex premier come testimone. Lo hanno annunciato in aula i legali del leader del Pdl, spiegando che la giovane verrà convocata per l'udienza del 10 o del 17 dicembre. L'accusa aveva rinunciato a sentirla.
Gelmini: ero a casa con mio marito
La Gelmini, rispondendo alle domande dell'avvocato Niccolò Ghedini, ha chiarito di essere stata più volte ad Arcore e di avere incontrato Silvio Berlusconi «ma sempre per motivi di lavoro» e ha precisato di aver «partecipato a cene elettorali e ad alcune cene conviviali, ma sempre legate all'attività politica». A nominare le due ex ministre era stata Ruby in un verbale nel quale aveva raccontato che ad una delle serate a Villa San Martino, e in particolare a quella del 14 febbraio 2010, sarebbero state presenti sia Carfagna che Gelmini. L'ex ministro dell'Istruzione ha aggiunto: «il 14 febbraio del 2010 ero a casa con mio marito. In quel periodo stavo portando tra l'altro a termine la mia gravidanza quindi credo di essere andata poche volte ad Arcore».
Carfagna: ero in campagna elettorale a Salerno
«Da circa dieci anni conosco Berlusconi, ma io non sono mai stata ad Arcore le riunioni politiche si svolgevano a Roma». Così l'ex ministro delle Pari opportunità Mara Carfagna inizia la sua testimonianza nell'ambito del processo sul caso Ruby che vede imputato l'ex premier Silvio Berlusconi.
«Non ho mai conosciuto Ruby, sono sicura di non averla mai conosciuta o incontrata... Il 14 febbraio 2010 ero a Salerno per la mia intensa campagna elettorale».
La soubrette Loddo: quella sera ero in questura con Ruby e Minetti
Al processo Ruby, Miriam Loddo ha affermato di essere stata in questura a Milano la sera tra il 27 e il 28 maggio 2010 quando la giovane marocchina venne fermata, ma il pm Ilda Boccassini le ha contestato che la sua presenza «non risulta da nessuna testimonianza né documento» emersi durante le indagini preliminari e il dibattimento. L'ex meteorina racconta di essere stata chiamata quella sera da Michelle Conceicao che le riferì del fermo e del fatto che non si riusciva a identificare Ruby e di essersi recata in via Fatebenefratelli nonostante avesse la febbre alta.
Aggiunge poi che decise di avvertire Berlusconi con una telefonata perché Ruby le risultava essere «nipote di Mubarak» («la conobbi in discoteca, mi disse di avere 24 anni, che era figlia di una cantante brasiliana e aveva padre egiziano ed era parente di Mubarak»). Al pm che le domanda la ragione per cui quella sera, sebbene malata e nonostante non conoscesse la Conceicao salvo un fugace incontro, fosse andata in questura, Loddo risponde: «Sono una persona di cuore («anche lei», commenta sarcastica il pm), mi commuovo anche per un cartone animato». Anche Miriam Loddo, come diverse altre ragazze che hanno deposto al processo, ha rivelato di ricevere mensilmente 2500 euro da Silvio Berlusconi.
Intanto Liza Barizonte, una delle ragazze ospiti di Silvio Berlusconi a Villa San Martino ha detto che quelli che si svolgevano ad Arcore, nel dopocena, «erano spettacoli erotici ma non con fini sessuali». La giovane cubana ha spiegato che ad Arcore si ballava e le ragazze si travestivano, tra l'altro, «da infermiera» e «da bambina». Rispondendo a una domanda dell'avvocato Niccolò Ghedini, la testimone ha escluso che Berlusconi ed Emilio Fede si avvicinassero, durante questi balli, alle ospiti con «atteggiamenti di natura sessuale».
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