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Questo articolo è stato pubblicato il 12 novembre 2012 alle ore 10:45.

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Il premier Monti al 'Ft Italy Summit' di Milano (Ansa)Il premier Monti al 'Ft Italy Summit' di Milano (Ansa)

Patrimoniale sì, patrimoniale no. Il governo sta «studiando» una patrimoniale «generalizzata» ma «non sarà introdotta nottetempo, ci sono passi che stiamo verificando». Lo ha affermato il premier Mario Monti intervistato in mattinata al forum del Financial Times a Milano. L'ipotesi ha subito destato la critiche del Pdl, con il presidente dei deputati Fabrizio Cicchitto che si è augurato che si tratti «solo di una materia di studio». «Abbiamo già dato», ha sottolineato Cicchitto. Dopo qualche minuto è arrivata la nota di Palazzo Chigi. Il premier - è stata la precisazione - non ha annunciato la patrimoniale. Non solo fisco: a chi gli chiedeva se volesse rimanere a capo del prossimo governo, il presidente del Consiglio ha risposto con un «no» secco.

Passera: le tasse sono troppe per chi le paga
Sul tema fisco è intervenuto anche il ministro dello Sviluppo economico, Corrado Passera. Sempre a margine del summit del Financial times Italy, ha ricordato: «Le tasse sono troppe per chi le paga. Devono essere riorganizzate per premiare i comportamenti buoni. Ho in mente - ha aggiunto - un premio fiscale per le imprese che innovano, che si internazionalizzano, che consolidano la loro posizione. Dopo la fase di emergenza, bisogna pensare al futuro».

La nota di Palazzo Chigi: Monti non ha annunciato la patrimoniale
«il Presidente del Consiglio Mario Monti - si legge nella nota - non ha affatto annunciato un intervento di tassazione sui patrimoni. Dopo aver precisato di non essere pregiudizialmente contrario ad una modesta tassazione generalizzata del patrimonio, il Presidente - spiega ancora Palazzo Chigi - ha ricordato il contesto in cui il governo ha operato e i vincoli alle scelte in materia di imposizione fiscale, in particolare la mancanza di una base conoscitiva sufficientemente dettagliata e la necessità di evitare massicce fughe di capitali all'estero. Non essendo perciò realizzabile una tassazione generalizzata del patrimonio - si legge ancora nella comunicazione - il Governo nel dicembre 2011 è intervenuto, con l'approvazione di tutti i partiti della maggioranza, su varie componenti della ricchezza patrimoniale separatamente, con un risultato effettivo in qualche modo paragonabile. Tutto ciò - è la conclusione di tutto il ragionamento - Monti ha chiarito come spiegazione delle decisioni allora adottate, non come premessa di futuri interventi».

Il premier: non vogliamo allontanare gli investitori
«Non vogliamo allontanare gli investitori con una tassa non equa», ha precisato Monti in occasione della conferenza del Financial Times «new routes for growth», ricordando che in passato il governo, nello studiare l'ipotesi di una patrimoniale, aveva trovato delle «difficoltà» dal momento che «in Italia non erano disponibili tutte le informazioni sulla proprietà dei beni». «Vorrei anche sdrammatizzare - ha proseguito - la questione della tassa patrimoniale, che esiste in alcuni paesi estremamente capitalisti». Su l'utilizzo di questo tipo di tassazione, Monti ha precisato che «molto dipenderà da come funzionerà e da come sarà usata».

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