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Questo articolo è stato pubblicato il 12 novembre 2012 alle ore 15:21.

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Sono pronti a marciare su Palazzo Chigi e a mettere in atto nel giro di un mese lo sciopero fiscale. Lo hanno urlato gli oltre mille tra agricoltori, artigiani, commercianti e industriali del cratere emiliano che fino a pochi minuti fa hanno gremito la sala Leonelli della Camera di commercio di Modena. Dove stamattina era programmato l'incontro promosso dalle associazioni imprenditoriali modenesi firmatarie del documento unitario sul sisma per chiedere la sospensione e la rateizzazione delle imposte per le imprese danneggiate.

Tensione alle stelle con ripetute interruzioni delle relazioni dei parlamentari presenti sotto un unico appello: "Non chiediamo beneficienza e neppure un euro in più, ma lasciateci sopravvivere fino al 30 giugno 2013". Le imprese non hanno soldi per pagare tasse e tributi il prossimo 16 dicembre: E non solo quelle che hanno subìto danni diretti e che quindi potranno beneficiare dei 6 miliardi di "prestito" ponte della Cassa depositi e prestiti per dilazionare in due anni i pagamenti fiscali, perché a rischio chiusura sono centinaia di aziende tra Finale, Soliera, Mirandola, Carpi, che pur non avendo i capannoni crollati non hanno più ordini, non hanno più clienti. "Siamo stati bravi fin qui, ci siamo rimboccati le maniche e rialzati da soli, ma non siamo attrezzati a fare anche i miracoli. Come ci si può chiedere di pagare tra un mese i contributi, pregresso incluso, ché non abbiamo nemmeno i soldi per tredicesime e stipendi?", afferma Eugenia Bergamaschi, presidente Confagricoltura Modena, la più incisiva tra i tanti rappresentanti imprenditoriali che hanno dato voce, nel pieno centro di Modena, a un malcontento che sta lievitando nella zona del cratere di cui i palazzi romani non devono aver ancora sentore.

Fa rabbia l'assenza del commissario straordinario alla ricostruzione Vasco Errani, così come la toccata e fuga dell'assessore regionale che lo sostituiva, Gian Carlo Muzzarelli. La platea dei piccoli imprenditori denuncia lo scollamento tra il cratere, la Regione e il Governo e interrompe con fischi e urla le parole rassicuranti degli onorevoli Giuliano Barbolini, a Mariangela Bastico e a Isabella Bertolini. Domani il discusso decreto 174 con piccoli miglioramenti degli interventi pro area terremotata – "non bastano", la voce dei mille e più riuniti a Modena - passa al Senato. I parlamentari emiliani assicurano di essere pronti a far cadere la maggioranza se non si dovesse arrivare a un allargamento dei benefici a chi ha subito danni indiretti e non si ottenesse la proroga fiscale. La Bertolini si spinge a sostenere l'idea della marcia su Roma e dello sciopero fiscale, se questo può servire a far capire al Paese la situazione d'emergenza che il cratere sta vivendo, ora che si sono spenti i riflettori dei mass media e che gli aiuti pubblici sono stati formalmente stanziati anche se non è arrivato ancora neppure un euro vero e nessuna banca ha anticipato un centesimo.

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