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Questo articolo è stato pubblicato il 20 novembre 2012 alle ore 18:30.

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Filippo BerselliFilippo Berselli

È stato depositato in Aula del Senato un emendamento al ddl sulla diffamazione a mezzo stampa a firma del relatore, Filippo Berselli con cui si elimina la pena del carcere per i direttori che non hanno materialmente scritto un articolo ritenuto diffamatorio. Il presidente della commissione Giustizia Berselli lo aveva annunciato ai lettori del Sole24Ore.com nella puntata di questa settimana di Parlamento 24

Sanzione pecuniaria fino a 50mila euro per il direttore, carcere per l'autore dell'articolo
Per i direttori è prevista solo una sanzione pecuniaria, cioè una multa, che va da un minimo di 5.000 a un massimo di 50 mila euro. La pena del carcere resta per l'autore dell'articolo incriminato. Se invece il direttore è responsabile di omesso controllo, la multa va dai 2mila ai 20mila euro, se l'autore è ignoto o non identificabile dai 3mila ai 30mila. Un estremo tentativo di annullare in extremis la condanna definitiva a quattordici mesi inflitta al direttore del Giornale, Alessandro Sallusti, per un articolo a firma Dreyfus (poi rivelatosi essere l'attuale deputato del Pdl Renato Farina) ritenuto diffamatorio nei confronti di un magistrato e pubblicato nel 2007 sul quotidiano Libero, all'epoca diretto da Sallusti.

Il provvedimento potrebbe slittare alla prossima settimana
Intanto non si discuterà oggi in aula al Senato il ddl di iniziativa parlamentare sulla diffamazione a mezzo stampa, che si è arenato in aula la scorsa settimana dopo il voto sull'emendamento della Lega e dell'Api che ripristina una pena detentiva fino a un anno per i giornalisti condannati. Il provvedimento potrebbe slittare a giovedì o alla settimana prossima, salvo diverse determinazioni della conferenza dei capigruppo di palazzo Madama.

Chiti (Pd): Il Consglio d'Europa ha chiesto lì'abolizione del carcere per i giornalisti
«Il Consiglio d'Europa ha chiesto anche all'Italia l'abolizione del carcere per i giornalisti - ha sottolineato il vice presidente del Senato, Vannino Chiti - e di sanzionare con pene alternative la diffamazione a mezzo stampa. Lo ha ribadito qualche giorno fa il Commissario per i diritti umani Nils Muiznieks. Questo è l'obiettivo che ci eravamo prefissi e non può essere sostituito dall'emendamento presentato dal senatore Berselli che prevede la sanzione pecuniaria per il direttore e il carcere per l'autore dell'articolo». Per Chiti bisogna introdurre «l'abolizione del carcere per i giornalisti».

Li Gotti (Idv): il salva-Sallusti non è votabile
L'emendamento salva-Sallusti «non é condivisibile», ha comentato il capogruppo dell'Idv in commissione Giustizia al Senato, Luigi Li Gotti. «Si interviene - continua Li Gotti- sul sistema generale toccando l'articolo 57 del codice penale, ossia un punto non posto in discussione in commissione». Per Li Gotti «l'innesto di una norma che elimina il carcere solo per il direttore responsabile per gli articoli diffamatori non firmati, introduce, infatti una discriminazione nel trattamento sanzionatorio del responsabile, per il fatto che l'autore dell'articolo sia individuato o meno. Insomma uno stesso articolo con contenuto diffamatorio avrebbe un trattamento sanzionatorio diverso se firmato o meno, se individuato l'autore o meno. Assolutamente non votabile».

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