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Questo articolo è stato pubblicato il 21 novembre 2012 alle ore 17:27.
Le primarie del Pdl travolte dal caos. A due settimane dal tumultuoso ufficio di presidenza, teatro dello scontro Berlusconi-Alfano, ancora non è dato sapere se si terrà la consultazione per decidere chi sarà il candidato premier del Pdl. È in corso una pausa di riflessione che si concluderà probabilmente domenica, quando si conosceranno nomi e numero degli aspiranti candidati premier.
Alfano sulle primarie si gioca la leadership
La consultazione dal basso per la scelta del candidato premier, ovvero per la sua investitura dal basso, è stata la prima vera battaglia condotta dal segretario contro Berlusconi, che dopo averlo investito della guida del partito ha tentato più volte di disarcionarlo. Una battaglia che gli ha consentito di conquistare sul campo i gradi e di ottenere una vasta area di consenso attorno al suo nome. Ma è stato un successo di breve durata.
Per Alfano le primarie si sono trasformate in un boomerang
Le primarie per Alfano si sono trasformate nel giro di pochi giorni in un boomerang. Innanzituttto perchè se dovessero saltare a pagarne le conseguenze sarà in primis il segretario. Ma anche se verrà mantenuto l'impegno non è detto che le prospettive siano migliori. E non solo perchè si è scatenata la corsa alla candidatura (si parlava di una ventina di adesioni ma il numero definitivo uscirà domenica). Il rischio vero per il segretario è la delegittimazione.
La candidatura di Giorgia Meloni non viene sottovalutata
L'ex ministro della Gioventù non ha chances di vittoria ma può certamente ottenere una percentuale significativa. Se a questa si sommano quelle dei vari Samorì o Santanchè, il rischio che Alfano si ritrovi candidato premier con meno del 50% dei voti è piuttosto elevato. E siccome, a differenza di quanto avviene nel centrosinistra, queste sono primarie di partito e non di coalizione non avere la maggioranza assoluta significherebbe essere sconfessati dal proprio stesso partito. E cosa fa un segretario se non viene confermato dal congresso...? Non che Alfano non ci avesse pensato.
I fedelissimi pensano al modello americano
Per questo il segretario e i fedelissimi pensavano al modello all'americana. Negli Usa la convention finale che elegge il candidato presidente è composta dai delegati degli Stati nei quali si sono svolti le primarie.Alfano avrebbe avuto gioco facile ad assicurarsi le singole piazze e quindi a garantirsi una larga maggioranza. Ma poi la contingenza, l'election-day ha imposto di riscrivere la sceneggiatura in cui un ruolo non secondario hanno le manovrea al centro, la discesa in campo di Montezemolo. Nel Pdl molti sono pronti a convergere su una candidatura di Mario Monti. Perfino un falco come Matteoli si è detto pronto a votare per il Professore. Domanda retorica di un dirigente pidiellino : «Ma se il candidato è Monti, che senso hanno queste primarie?». Forse se lo sta chiedendo anche Alfano.
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