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Questo articolo è stato pubblicato il 22 novembre 2012 alle ore 06:55.
L'ultima modifica è del 22 novembre 2012 alle ore 08:37.

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Nei prossimi giorni i leader europei saranno chiamati a esprimersi su un tema cruciale per l'immediato futuro del nostro continente: il Quadro Finanziario Pluriennale (Multiannual Financial Framework), ovvero il budget di cui l'Unione europea potrà disporre per il periodo 2014-2020. Alcuni Stati sostengono la proposta della Commissione europea volta a mantenere la dotazione di bilancio corrente attualizzata in termini reali, mentre altri vedrebbero con favore una sua riduzione, in linea con le politiche di austerità applicate a molti bilanci nazionali.
Inoltre, i maggiori contribuenti al bilancio UE - come il nostro Paese che si colloca al terzo posto dopo Francia e Germania - chiedono una ripartizione più equilibrata tra gli Stati che pagano di più e quelli che pagano meno.
Il Quadro Finanziario Pluriennale stabilisce le priorità dell'Unione Europea in termini di investimenti da effettuare negli anni a venire. Non si tratta di svolgere un mero esercizio contabile ma di fissare di fatto le priorità politiche dell'Unione Europea, determinando gli obiettivi di spesa.

Ecco perché tutti gli stakeholder europei guardano con grande attenzione ai negoziati in corso e al loro esito. Soprattutto alla luce della crisi attuale, gli Stati membri sono chiamati a dare prova di capacità di leadership e visione di lungo periodo.
Il nuovo Quadro Finanziario Pluriennale rappresenta infatti un' imperdibile opportunità per dotare l'Unione degli strumenti adeguati a raggiungere ambiziosi obiettivi legati alla crescita e all'occupazione in Europa. È quindi necessario dare una quanto più rapida risoluzione delle attuali divergenze sulla dotazione complessiva di bilancio. Inoltre, una volta superato lo scoglio di quanto l'Unione potrà spendere tra il 2014 e il 2020, gli Stati Membri dovranno provvedere a verificare l'efficacia di ogni singola voce di spesa per assicurare che le risorse siano bene impiegate.
Come membri della European Roundtable of Industrialists (ERT), riteniamo essenziale, infatti, che i fondi che gli Stati metteranno a disposizione dell'Unione per i prossimi anni siano funzionali alla ripresa dell'attività economica e al recupero di competitività. Si tratta della condizione sine qua non per rilanciare gli investimenti del settore privato, che hanno come conseguenza diretta la creazione di nuovi posti di lavoro e del valore necessario a mantenere l'Europa in una posizione competitiva nello scenario economico globale.

Sono due le voci di spesa del budget europeo attualmente in via di definizione che a nostro avviso meritano particolare attenzione. La prima riguarda le risorse finanziarie che saranno destinate alla ricerca e all'innovazione. La seconda è relativa alle iniziative a favore dell'interconnessione delle reti energetiche, di trasporto e delle telecomunicazioni degli Stati membri. Siamo convinti che l'impegno delle istituzioni europee e dei privati nel sostenere questi obiettivi possa rappresentare il migliore investimento per il futuro dell'Unione.

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