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Questo articolo è stato pubblicato il 29 novembre 2012 alle ore 17:15.

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'Si decide il futuro dell'Italia '': e' la grande scritta rossa che campeggia sulla pagina a pagamento pubblicata su alcuni quotidiani . (Ansa)'Si decide il futuro dell'Italia '': e' la grande scritta rossa che campeggia sulla pagina a pagamento pubblicata su alcuni quotidiani . (Ansa)

«Si decide il futuro dell'Italia». Una frase definitiva, scritta in rosso. Campeggiava oggi a caratteri cubitali sulla pagina a pagamento pubblicata su alcuni quotidiani (Corriere della Sera, Stampa e Qn). L'inserzione - pagata dalla fondazione Big Bang, che fa capo a Matteo Renzi - e invitava chi non ha votato al primo turno delle primarie di centrosinistra a registrarsi per il ballottaggio del 2 dicembre attraverso il sito Domenicavoto.it.

La pagina ha provocato violente reazioni da parte del comitato Bersani, un intervento del presidente dei Garanti delle primarie di centrosinistra, Luigi Berlinguer, e persino un esposto contro Renzi da parte degli altri quattro candidati (anche, cioè, dei tre esclusi dal ballottaggio: Vendola, Puppato e Tabacci). I garanti delle primarie hanno poi definitivamente bocciato la procedura con una delibera ad hoc secondo cui «motivazioni di carattere generico e aleatorio, non vanno prese in considerazione».

I tweet di Renzi e Gori
Attraverso Domenicavoto.it è possibile, inserendo i propri dati, generare in automatico una richiesta di registrazione alle primarie, reindirizzata direttamente via mail al rispettivo coordinamento provinciale. Pur non nominando esplicitamente Renzi, che pure oggi ha pubblicamente promosso l'iniziativa anche attraverso il profilo Twitter (lo ha fatto anche Giorgio Gori, spin doctor di Renzi, sul suo), Berlinguer ha spiegato: «Le dichiarazioni non possono essere seriali, devono essere personali». Queste iniziative «turbano la regolarità del voto, si corre il rischio di fare disinformazione».

Prima di rendere pubblica la delibera, Berlinguer aveva dichiarato che era in atto un vero e proprio «inquinamento» delle regole delle primarie, secondo cui ogni elettore deve inviare di persona una richiesta al proprio coordinamento provinciale, che entro sabato deciderà se accoglierà la domanda. Secondo Berlinguer attraverso Domenicavoto.it, invece, «le dichiarazioni vengono presentate non dal singolo interessato. Arrivano ai comitati una serie di moduli seriali anonimi, non personali, che non hanno motivazione plausibile accettabile. L'informazione è non giusta, inganna l'elettore e turba la modalità serena dello svolgimento del voto».

Da Empoli: esposto bulgaro. Bersani: non prendiamo in giro elettori
Nel pomeriggio Giuliano da Empoli, responsabile del programma del Comitato Renzi per le primarie di centrosinistra ha replicato alle accuse: «Ci siamo addormentati negli Stati Uniti con un bel confronto in tv; ci risvegliamo in Bulgaria con questo esposto di 4 candidati, di cui tre già trapassati. Da una parte un appello per il voto; dall'altro questo esposto bulgaro».

Peraltro, durante la registrazione di Porta a Porta, il segretario del Pd, Pier Luigi Bersani non ha risparmiato critiche all'iniziativa di Renzi. «Certamente è una cosa non gradevole. Abbiamo dato la possibilità di iscriversi 21 giorni prima. Adesso non possiamo dire alla gente «vi abbiamo preso in giro. L'abbiamo visto troppe volte in questi anni che le regole cambiano in corso d'opera».

Fondazione Big Bang: non è appello pro Renzi, spesi 100 mila euro
«La Fondazione Big Bang, conformemente ai propri scopi statutari, ha finanziato l'iniziativa di partecipazione al voto di domenica prossima che tra oggi e domani apparirà su molti quotidiani. Non si tratta di un appello a favore di Matteo Renzi, ma di una sollecitazione ad esercitare un diritto di scelta». Così Alberto Bianchi, presidente della "Fondazione Big Bang", che fa capo a Renzi, ha spiegato la pubblicazione degli appelli al voto delle primarie presenti su molti quotidiani oggi e che saranno ripetuti anche domani.

«È indiscutibile che questo sia un momento in cui la scelta che sarà fatta è decisiva per il futuro dell'Italia - spiega Bianchi - non posso immaginare che un appello a votare sia male interpretato da chicchessia». L'iniziativa spiega Bianchi, non è un appoggio a Renzi.

«La Fondazione supporta Renzi, lo ha fatto e lo farà, ma non con questo appello, che è - ripeto - un appello a tutti a votare, non a scegliere l'uno invece che l'altro candidato. Tra gli scopi statutari della Fondazione sta la promozione di strumenti di collaborazione effettiva delle persone alle decisioni politiche e amministrative che le riguardano, in particolare elaborando e diffondendo modalità partecipative che utilizzino appieno le potenzialità della rete. Questa iniziativa è pienamente coerente con tale scopo».

Bianchi ci tiene a ribadire che non c'è la minima violazione del Codice di comportamento dei candidati: «Perché questa non è una spesa, sono circa 100 mila euro, di propaganda a favore di un candidato. Sfido chiunque a dimostrare il contrario, dal momento che questo è un appello al voto, non un appello per Matteo Renzi». (Al.An.)

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