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Questo articolo è stato pubblicato il 07 dicembre 2012 alle ore 10:24.

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Trinitapoli, centro pugliese, 1° gennaio 2011. Forse ancora ebbri del veglione, ignoti fanno scoppiare un petardo di grosse dimensioni fra la grata e il vetro della finestra della taverna dell'abitazione del sindaco, Ruggiero Di Gennaro.
Taurianova, nella piana di Gioia Tauro, 29 dicembre 2011. Incuranti del fatto che Natale è trascorso da poco, i soliti ignoti spediscono una busta con due proiettili a Francesco Loschiavo, facente funzioni del servizio veterinario e delle ispezioni degli alimenti dall'Azienda sanitaria provinciale di Reggio Calabria.

In quei 362 giorni trascorsi tra un attentato e l'altro ce ne sono stati altri 268 ai danni di amministratori locali e personale della pubblica amministrazione. Nel 2010 erano stati 212 e dunque lo scorso anno ha registrato un aumento del 27%. Quest'anno i soli casi gravi sono già 47. "E si tratta dei soli episodi emersi – commenta il giudice Raffaele Cantone - essendo ipotizzabile un dark number di fatti mai portati all'attenzione degli investigatori che farebbe crescere i dati in modo ancora più rilevante".

E'questo il quadro che emerge dal Rapporto annuale di Avviso Pubblico, l'associazione che raccoglie enti locali e regionali per la formazione civile contro le mafie, che viene presentato oggi a Roma.
Nel corso del 2011 Avviso Pubblico ha dunque censito 270 atti di intimidazione e di minaccia: in media 22,5 al mese, pari a 5 ogni settimana, a 1 ogni 34 ore.

Il maggior numero di atti intimidatori e di minacce si è registrato nel primo semestre (139 casi), con un picco nel mese di gennaio (42 casi), mentre il dato più basso si è registrato nel mese di dicembre (14 casi).

Gli atti intimidatori possono essere suddivisi in diretti, quando sono rivolti alle persone in modo specifico, e indiretti, quando sono rivolti a strutture e mezzi di appartenenza degli enti locali.

Nel 2011 sono stati censiti 233 atti intimidatori diretti - 200 contro amministratori pubblici (il 74% a livello nazionale), 33 contro impiegati e dirigenti della pubblica amministrazione (il 12% a livello nazionale) - e 37 atti intimidatori indiretti contro scuole, magazzini, mezzi ed altre strutture comunali (il 14% a livello nazionale).

Tra gli amministratori locali sono soprattutto i sindaci a essere oggetto di intimidazioni, seguiti da assessori, presidenti di consiglio comunale e consiglieri.

Nel 2011, una serie impressionante di minacce è stata rivolta in particolare a donne sindaco che governano i Comuni calabresi (Isola Capo Rizzuto, Monasterace, Rosarno).

Per quanto riguarda i dirigenti comunali, quelli più colpiti sono i responsabili degli uffici tecnici, i comandanti della polizia municipale e i loro colleghi, i responsabili dei settori rifiuti, sanità e controllo sugli abusivismi edilizi.

Distribuzione regionale e provinciale
Le regioni più colpite sono quelle meridionali, in particolare: Calabria (85 casi, il 31% a livello nazionale); Sicilia (67 casi, 25% a livello nazionale); Campania (25 casi, 9% a livello nazionale); Puglia (20 casi, 7% a livello nazionale).

La Sardegna si colloca al terzo posto a livello nazionale (36 casi, 13% a livello nazionale).

Una novità rispetto al 2010 è la presenza della Lombardia (9 casi) e del Lazio (7 casi). Un altro elemento di novità rispetto al 2010 è la comparsa di alcune regioni del centro-nord come la Toscana e la Liguria (3 casi), l'Emilia Romagna e le Marche (2 casi) il Friuli Venezia Giulia e il Trentino Alto Adige (1 caso ciascuno).

Per quanto concerne il centro-sud tre casi a testa in Abruzzo e Basilicata.
A livello provinciale, sono quelle di Reggio Calabria, Agrigento e Napoli le realtà maggiormente colpite dalle intimidazioni mafiose e criminali con, rispettivamente, 31 casi (11% del totale nazionale); 23 casi (9% del totale nazionale); 18 casi (7% del totale nazionale). Seguono la Provincia di Nuoro con 16 casi (6% del totale nazionale), quella di Barletta-Andria-Trani con otto casi (3% del totale nazionale), quella di Roma con sei casi (2% del totale nazionale) e quella di Lecco con 5 casi (2% del totale nazionale).

Tipologia di minacce e intimidazioni
Per quanto riguarda la tipologia delle minacce, l'incendio è quella preferita: auto di proprietà personale, automezzi di proprietà dell'ente locale, l'abitazione principale o di quella di vacanza, la casa di un parente, le imprese di proprietà di amministratori locali o di loro congiunti.
Segue poi l'invio di buste contenenti lettere minacciose con o senza proiettili, di e-mail e fax minacciosi, di messaggi di tramite facebook.

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