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Questo articolo è stato pubblicato il 09 dicembre 2012 alle ore 08:12.

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José Manuel Barroso (Ap / LaPresse)José Manuel Barroso (Ap / LaPresse)

Nota un minor impegno dei governi su questo fronte?
I mercati sono più calmi perché alcune decisioni importanti sono state prese o annunciate. Il risanamento dei bilanci prosegue. La Grecia non è fallita ed è sempre nella zona euro. La Bce ha dato la sua disponibilità ad acquistare titoli sul mercato per ridurre le tensioni. Tutto ciò ha convinto gli investitori che la moneta unica è irreversibile e che tutto verrà fatto per salvaguardarne la stabilità. Ciò detto, non bisogna farsi illusioni. Dobbiamo proseguire sulla strada di una vera e propria unione economica che diventi unione di bilancio e unione politica. Esorto i governi a non perdere di vista l'obiettivo ultimo e a mantenere lo slancio. La vigilanza bancaria unica è oggi la priorità più concreta.

Quanto l'ulteriore integrazione dei 17 Paesi della zona euro è compatibile con l'Unione a 27 e con istituzioni a 27? Cosa ne pensa?
Credo che si possa perseguire l'integrazione a 17 assicurando il futuro del mercato unico a 27. Qualsiasi altra alternativa si tradurrebbe in uno smembramento dell'Unione. Ammetto che è una sfida, ma esiste la possibilità della cooperazione rafforzata, che va utilizzata se necessario. Il trattato specifica che l'euro è la moneta dell'Unione, anche se due Paesi hanno una opzione per non adottarla. La stessa vigilanza unica che dovrebbe riguardare tutti i Paesi euro e solo alcuni Paesi non-euro potrebbe rivelarsi un modello per future cooperazioni. Sono certo che la volontà politica e la creatività legale ci permetteranno di trovare soluzioni.

Herman Van Rompuy ha presentato nei giorni scorsi un piano di riforma dell'Unione monetaria, che verrà discusso nel prossimo Consiglio europeo. A differenza del rapporto illustrato a fine novembre dalla Commissione, non contiene l'idea di una mutualizzazione dei debiti sovrani. È deluso?
Non c'è contraddizione tra i due rapporti. Quello della Commissione riflette il potere d'iniziativa dell'esecutivo comunitario. Dietro alla scelta del presidente Van Rompuy c'è il desiderio di giungere a un accordo, di evitare divisioni troppo profonde tra gli Stati membri su una questione controversa. È una scelta che rispetto pienamente. So che il presidente Van Rompuy guarda con favore alla mutualizzazione dei debiti, ma vuole giungere a un accordo nel breve termine. Detto ciò, vogliamo mantenere la questione sul tavolo. Sono convinto che la mutualizzazione dei debiti possa accompagnarsi a una maggiore integrazione e una maggiore disciplina.

In giugno, il Consiglio europeo aveva approvato un pacchetto di misure per rilanciare l'economia, il growth compact. Non trova che l'adozione delle misure sia in ritardo?

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