Storia dell'articolo
Chiudi

Questo articolo è stato pubblicato il 09 dicembre 2012 alle ore 08:12.

My24
José Manuel Barroso (Ap / LaPresse)José Manuel Barroso (Ap / LaPresse)

L'adozione delle misure è stata lenta, è vero. Siamo stati molto generosi nel migliorare la disciplina, meno generosi in termini di solidarietà. Detto ciò, siamo pienamente consapevoli della necessità di dare ai cittadini europei un'immagine dell'Europa che sia fedele all'economia sociale di mercato. L'Europa deve difendere il proprio modello sociale.

A proposito di crescita, sia il rapporto Van Rompuy che la relazione della Commissione mettono l'accento sulla necessità di calcolare con flessibilità gli investimenti pubblici nei bilanci nazionali. È una novità. Ce la può spiegare?
Noi pensiamo che nel rispetto del Patto di stabilità ci sia margine per favorire gli investimenti pubblici purché il deficit sia sotto al 3% del Pil e purché il percorso di risanamento delle finanze pubbliche del Paese sia in linea con gli obiettivi prestabiliti. Vogliamo dimostrare che il Patto non è stupido e che non siamo dogmatici. A breve presenteremo una comunicazione nella quale spiegheremo precisamente come avverrà il calcolo quando valuteremo l'andamento dei bilanci nazionali.

In passato, questa ipotesi era stata bocciata perché troppo difficile da calcolare. Alcuni Paesi la considerano fonte di errori e magagne.
No. Credo che si possa fare. Voglio però essere chiarissimo: non vogliamo assolutamente compromettere o annacquare le regole di bilancio. Stiamo solo esplorando le possibilità che ci sono offerte dal Patto, tanto che già oggi guardiamo soprattutto ai deficit strutturali, al netto del ciclo economico.

L'idea della regola d'oro era stata promossa a suo tempo dal presidente del consiglio italiano Mario Monti.
Si, in effetti il presidente Monti è stato molto attivo su questo fronte. Il suo contributo è stato utilissimo. Mi permetta a questo riguardo di elogiare il governo Monti non solo per le importanti misure che ha adottato in patria per rimettere ordine nelle finanze pubbliche e per riformare l'economia nazionale, ma anche per il suo ruolo nel dibattito europeo.

A proposito: la situazione politica italiana è bruscamente precipitata. Il governo ha perso la propria maggioranza. Negli ambienti europei ci si interroga se sia meglio votare il più velocemente possibile, o meno. I mercati si stanno già innervosendo. Anche Lei?
Non voglio immischiarmi nella politica interna italiana. Al di là degli sviluppi italiani, voglio solo dire che non vi è alternativa alla correzione della finanza pubblica e all'adozione di riforme che migliorino la competitività del paese. Gli italiani non devono cadere nell'illusione che vi siano soluzioni rapide o magiche. Le prospettive dell'Italia restano negative, anche se recentemente ci sono state alcune buone notizie.

Vi sono aspetti in particolare che l'hanno colpita di recente?
In novembre l'ultima asta di Buoni del Tesoro a 12 mesi ha mostrato un rendimento dell'1,76%, rispetto al 6,09% di un anno fa. Sono sviluppi impressionanti. Riflettono un'accresciuta fiducia degli investitori internazionali, grazie alle scelte del governo e ai sacrifici dei cittadini. Le prossime elezioni non devono diventare un pretesto per mettere in dubbio l'indispensabilità di queste misure. La calma relativa dei mercati non significa che siamo fuori dalla crisi. Dobbiamo assolutamente evitare di cadere nell'errore dell'auto-compiacimento, ed esorto quindi ancora una volta i governi a non abbandonare il loro impegno alle riforme economiche e al risanamento di bilancio.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Shopping24

Dai nostri archivi