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Questo articolo è stato pubblicato il 11 dicembre 2012 alle ore 17:37.

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Andrea Di Stefano, Alessandra Kustermann e Umberto AmbrosoliAndrea Di Stefano, Alessandra Kustermann e Umberto Ambrosoli

1.033 seggi e 8mila volontari pronti ad assistere gli elettori. In Lombardia tutto è pronto per le primarie civiche del centrosinistra di sabato 15 dicembre. In corsa ci sono Umberto Ambrosoli, Alessandra Kustermann e Andrea Di Stefano. Possono votare tutti residenti nella regione che abbiano più di 16 anni, compresi gli extracomunitari con permesso di soggiorno. Non è richiesta alcuna registrazione o pre-registrazione online, basterà sottoscrivere al momento del voto il patto civico per la Lombardia e versare 1 euro. Si vota dalle 8.00 alle ore 20.00 di sabato 15 dicembre e non ci saranno seggi all'estero né al di fuori della regione. Ma per chi sabato lavora saranno a disposizione sei seggi speciali, aperti dalle 18 alle 22. E chi, per ragioni di lavoro, volesse votare in un altro seggio potrà chiedere una deroga entro le 20 di giovedì 13. Sul sito www.pattocivicolombardia.it la guida al voto.

Che sia impossibile raggiungere il numero di elettori (lombardi) delle primarie nazionali lo pensano in molti. Al primo turno avevano votato in 440.000, 398.000 al secondo.
Ambrosoli è il favorito, ha l'appoggio del Pd (renziani compresi) e può avvalersi dell'organizzazione territoriale del partito, ma per lui parteggiano anche repubblicani, socialisti e una parte consistente della cosiddetta Milano bene. Il segretario democratico non ha dubbi. In Lombardia, ha detto Pier Luigi Bersani, «vogliamo metterci al servizio di questa riscossa civica. Umberto Ambrosoli raffigura al meglio questa possibilità di riscossa». Ambrosoli è convinto di poter battere il centrodestra: «Anche i sondaggi dicono che questa volta il centrosinistra può vincere, capeggiato da me».

Ma intanto, sabato, se la deve vedere con gli altri due contendenti alle primarie. Alessandra Kustermann, nota primario di ginecologia e ostetricia alla clinica Mangiagalli di Milano, è conosciuta soprattutto per il suo impegno per i diritti dei più deboli e delle donne. Ma dei tre il candidato più a sinistra è Andrea Di Stefano, che tra i suoi progetti ha l'introduzione del reddito minimo garantito.

Gli aspiranti candidati governatori in questi giorni si rincorrono per la città tra un confronto e l'altro, chiamati a dire la loro. E, a parte la questione del reddito minimo garantito, le differenze maggiori si concentrano su sanità e scuola.
Sul fronte sanità per Ambrosoli «il modello pubblico-privato è una soluzione adottata in tutti i Paesi occidentali con risultati virtuosi» perciò «sarebbe folle dire che è tutto sbagliato». Kustermann pensa invece a una «controriforma della sanità lombarda voluta da Formigoni» in cui riequilibrare pubblico e privato «perchè in questi anni si è privilegiato troppo il privato». Mentre per Di Stefano «24 centri di eccellenza cardiochirurgica, tanti quanti in tutta la Francia sono troppi».

Per quanto riguarda la scuola Ambrosoli vuole «restituire» a quella pubblica «quante più risorse possibili». Ma «in tanti contesti la scuola pubblica non esiste», il riferimento è «sopratutto alle scuole materne, per le quali il pubblico non ha strutture adeguate» e la risposta a questa domanda «può essere realizzata da strutture private». Kustermann è contraria «al sistema dei voucher inventato da Formigoni» e punta invece a «rilanciare la scuola pubblica superiore che è quella più frequentata dagli studenti» anche attraverso la realizzazione di «spazi comuni, biblioteche, sale con computer a disposizione dei ragazzi e campus dove fare sport». Per Di Stefano «non ci possiamo più permettere la dote scuola che ha pesato finora per 427 milioni di euro, da destinare invece il più possibile all'edilizia scolastica e alla sua efficienza energetica».

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