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Questo articolo è stato pubblicato il 12 dicembre 2012 alle ore 14:27.

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L’austerità non funziona e la partenza anticipata di Mario Monti ne è l’ennesima prova. Nel suo blog sul New York Times, l’economista Paul Krugman porta avanti la sua crociata contro la linea europea che lui considera tutta sacrifici e niente crescita. Sotto il titolo “Bleeding Europe”, il popolare opinionista parla di un’Europa sanguinante, salassata inutilmente come i malati nel Medioevo, curati con salassi che li facevano ammalare ancora di più.

L’Europa “mi ha sorpreso” con la sua resilienza politica, esordisce Krugman, ricordando le “pene apparentemente senza fine “ che i Paesi debitori sono disposti a sopportare e “l’abilità della Bce a fare appena quanto basta, all’ultimissimo minuto”, per calmare i mercati quando la situazione finanziaria sembra sul punto di esplodere.

Ma l’economia dell’austerità ha seguito “il copione Keynesiano”: “Ripetutamente i tecnocrati ‘responsabili” inducono le loro nazioni ad accettare l’amara medicina dell’austerità; e ripetutamente non riescono a ottenere risultati”, osserva Krugman.

Il premio Nobel per l’Economia cita il caso dell’Italia, dove Mario Monti “un brav’uomo, profondamente sincero”, se ne va in anticipo, “sostanzialmente perché le sue politiche stanno consegnando l’Italia alla depressione”. Questo significa, aggiunge l’economista, che l’Italia non avrà il “full Monti”, gioco di parole con l’espressione inglese “full monty”, che significa «servizio completo».

La risposta degli eurocrati - continua Krugman – è di mantenere la rotta. “Prima o poi funzionerà – la fatina della fiducia arriverà”, ironizza. “L’Europa sta diventando il continente dove i tempi felici sono sempre dietro l’angolo”.

La conclusione è davvero poco lusinghiera per i policymaker europei: “E’ proprio come la medicina medievale: salassavano i pazienti per curare i loro malanni, e quando il sanguinamento li faceva star peggio, li salassavano ancora di più”.

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