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Questo articolo è stato pubblicato il 13 dicembre 2012 alle ore 07:27.

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Da qualche giorno a questa parte, analisti e economisti delle maggiori case di investimento internazionali non hanno bisogno di cercare spunti di discussione quando si tratta di mettere sotto la lente il mercato italiano.
La decisione di Silvio Berlusconi di scendere nuovamente in politica, accompagnata da quella del premier Mario Monti di lasciare il ruolo dopo l'approvazione della legge di stabilità , ha riportato l'attenzione degli analisti sul rischio politico associato all'outlook economico e finanziario dell'Italia.

Secondo Azad Zangana, economista di Schroders, la domanda chiave alla quale gli investitori internazionali cercano risposta in questi giorni riguarda il processo di implementazione delle riforme di austerity anche in seguito alla dimissione delle premier.

Il Partito democratico guidato da Pier Luigi Bersani dovrebbe continuare a percorrere la strada tracciata da Monti, anche perché queste riforme saranno «più facili da vendere dato che la parte meno popolare di questa politica é già stata implementata dal Governo tecnico».
La campagna anti-austerity iniziata invece da Berlusconi spaventa i mercati. «Uno scenario deludente», continua Zangana, «che rischia di rovinare il momentum positivo che aveva contagiato i mercati periferici europei nelle ultime settimane».

Anche se secondo Schroders Berlusconi resta indietro nei sondaggi, e la vittoria dovrebbe essere assegnata al centro sinistra, il mercato finanziario italiano va incontro a un inizio del 2013 incerto. Lo scenario peggiore potrebbe infatti essere il ruolo giocato da Beppe Grillo, leader del Movimento 5 Stelle, frammentando ulteriormente la composizione parlamentare e che ha fatto dell'anti-europeismo un punto chiave della propria campagna.

Tuttavia, secondo Zangana e altri colleghi, il terremoto politico che ha colpito l'Italia lo scorso week-end potrebbe non avere conseguenze solo negative. Sotto il profilo degli investimenti per esempio, mentre l'Italia continua a far segnare un surplus di bilancio, bond e titoli azionari potrebbero raggiungere valutazioni molto attraenti.
Addirittura, secondo gli analisti della banca svizzera Credit Suisse, le dimissioni annunciate da Monti aprono a scenari di maggiore stabilità politica e economica, invece del contrario.
Il primo motivo riguarda un accorciamento dell'incertezza pre-elettorale, che resta comunque inevitabile, in quanto le elezioni dovrebbero essere anticipate a febbraio.
Il partito di Bersani resta intanto saldo al primo posto nei sondaggi, e questo garantirebbe una maggioranza bicamerale in grado di passare le riforme necessarie. Secondo Credit Suisse, una vittoria del Partito Democratico sarebbe recepita dai mercati in modo neutrale o leggermente positivo.

La nuova discesa in campo di Berlusconi dovrebbe rafforzare la posizione del partito, spostando il circa 10% di elettori di centro verso la sinistra, a sua volta rafforzando la creazione di un partito di maggioranza in seguito alle elezioni. In attesa delle elezioni tuttavia, Credit Suisse aggiunge che i mercati europei continueranno a reagire in modo negativo alle notizie in arrivo dall'Italia, con una maggiore volatilità dei mercati associata.
Per il momento, la situazione resta fluida, nonostante le dichiarazioni «anti-Monti, anti-Merkel e anti-euro da parte di numerosi politici italiani», aggiunge la banca.
Sarà questa incertezza talmente grande da portare alla richiesta ufficiale da parte dell'Italia per far scattare il piano anti-spread Outright Monetary Transactions (Omt) introdotto lo scorso settembre dalla Banca centrale europea?
Probabilmente no, secondo Credit Suisse, che aggiunge che nonostante tutto la situazione italiana resta stabile, soprattutto grazie alle aspettative che l'incertezza sarà eliminata in seguito alle elezioni politiche nel nuovo anno.

Eppure, sono alcuni mesi che l'Italia è sotto la lente degli analisti europei. Tanto che lo scorso ottobre, Jörg Krämer, economista di Commerzbank, aveva suggerito che l'eurozona si sta lentamente trasformando in una unione monetaria che ricorda la situazione italiana negli anni '70 e '80, e aveva coniato l'espressione "Italian monetary union".

Gli strumenti lanciati dalla Banca Centrale Europea hanno infatti ridotto il rischio di una spaccatura dell'euro, unendo tuttavia i destini di economie diverse tra loro. L'effetto è senzaltro negativo per i titoli di stato tedeschi, considerati con sempre meno certezza un investimento sicuro.

Allo stesso tempo, questa "mutualizzazione" del destino europeo secondo Commerzbank si riflette nell'andamento del premio associato ai bond sovrani di Italia e Spagna, calato in modo significativo in seguito all'introduzione dei meccanismi anti-spread della Banca centrale e, come dimostra l'andamento dello spread negli ultimi giorni, correlato solo parzialmente alle notizie che arrivano dal fronte politico

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