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Questo articolo è stato pubblicato il 13 dicembre 2012 alle ore 19:05.

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La crisi economica "morde" la ricchezza delle famiglie italiane, scesa nel 2011 del 5,8% rispetto al picco registrato nel 2007, anno in cui ha raggiunto il suo valore massimo in termini reali. Dal 2010 al 2011 il calo è stato del 3,4%, mentre nel primo semestre 2012, secondo stime preliminari, il calo (in termini nominali) è stato dello 0,5 per cento.

A fare i conti in tasca ai nuclei italiani è la Banca d'Italia, secondo cui la distribuzione della ricchezza «è caratterizzata da un elevato grado di concentrazione»: a fine 2010, la metà più povera delle famiglie italiane deteneva il 9,4% della ricchezza totale, mentre il 10% più ricco deteneva il 45,9% della ricchezza complessiva.

Ma di cosa è composto il "tesoretto" familiare? Nella stragrande maggioranza dei casi prevale il classico "mattone": degli oltre 8.600 miliardi di euro di ricchezza delle famiglie italiane più di 5.000 miliardi sono costituiti da case. Tornano anche ad aumentare i Bot (cresciuti di oltre 1 punto percentuale, pari ad un aumento di oltre 30 miliardi di euro, tornando ai livelli del 2009), mentre i debiti complessivi sfiorano quota 900 miliardi di euro.

Nel complesso, le famiglie italiane, secondo i numeri del supplemento al Bollettino statistico Bankitalia, hanno «un'elevata ricchezza netta», pari, nel 2010, a 8 volte il reddito disponibile, contro l'8,2 del Regno Unito, l'8,1 della Francia, il 7,8 del Giappone, il 5,5 del Canada e il 5,3 degli Stati Uniti. Le famiglie italiane risultano anche «relativamente poco indebitate», con debiti complessivi pari al 71% del reddito disponibile (in Francia e in Germania è di circa il 100%, negli Stati Uniti e in Giappone del 125%, in Canada del 150% e nel Regno Unito del 165%).

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