Storia dell'articolo
Chiudi

Questo articolo è stato pubblicato il 27 dicembre 2012 alle ore 08:44.

My24
(Ansa)(Ansa)

Don Piero Corsi lascia l'abito talare dopo la polemica per un suo scritto in cui ha giustificato il femminicidio. «Dopo una notte insonne per il dolore e il rimorso per la giusta polemica causata dalla mia 'imprudente provocazione' comunico che ho deciso di mettere da parte l'abito talare, del quale mi sento indegno», dice don Corsi. Ma poi, subito dopo, è arrivato il passo indietro: «Smentisco di voler lasciare l'abito talare e di aver inviato alcuna lettera alle agenzie di stampa nella quale comunicavo questa decisione».

Grande stupore è stato registrato in Curia per la presunta decisione di don Piero Corsi di abbandonare l'abito talare dopo le polemiche sul volantino apparso nei giorni scorsi davanti ai portoni della parrocchia di San Terenzo. Fonti vicine al vescovo diocesano, monsignor Luigi Ernesto Palletti, sottolineano anzi che dopo il colloquio avvenuto ieri non c'è stata alcuna novità. Da parte sua don Corsi ha smentito di aver inviato alcuna lettera alle agenzie di stampa. Il sacerdote potrebbe esser vittima di un 'fake' di un messaggio falso. Rispondendo alla mail inviata in molte redazioni e chiedendo un contatto è stato fornito dopo un po' il numero di una parrocchia di Tellaro che coincide con quello di un santuario a San Terenzo. A quel numero però nessuno risponde

Il prelato si è scusato per il suo gesto. «Voglio scusarmi con tutti per quella che voleva essere soltanto una imprudente "provocazione". In particolare mi voglio scusare con tutte quelle donne che si siano sentite offese in qualche modo dalle mie parole», ha detto a proposito del volantino sul femminicidio affisso in chiesa. Don Piero Corsi è stato convocato stamattina dal vescovo. «Affronterò con serenità le decisioni della Curia. Chiedo ai giornalisti un po' di silenzio».

Il contenuto del volantino
Il contenuto del volantino, fotografato prima che si dissolvesse nel nulla, riprende un articolo del sito ultraintegralista Pontifex.it ed è scritto con chiarezza, una specie di autodafè che doveva essere ben compreso dai parrocchiani e, soprattutto, dalle parrocchiane. «Una stampa fanatica e deviata attribuisce all'uomo che non accetterebbe la separazione la spinta alla violenza. Possibile che in un sol colpo gli uomini siano impazziti? Non lo crediamo. Il nodo sta nel fatto che le donne sempre più spesso provocano, cadono nell'arroganza, si credono autosufficienti e finiscono con esasperare le tensioni. Bambini abbandonati a loro stessi, case sporche, piatti in tavola freddi e da fast food, vestiti sudici. Dunque se una famiglia finisce a ramengo e si arriva al delitto (forma di violenza da condannare e punire con fermezza) spesso le responsabilità sono condivise».

«Vestiti provocanti e succinti»
Nel volantino si esamina poi la questione della violenza sessuale: «Quante volte vediamo ragazze e signore mature circolare per strada con vestiti provocanti e succinti? Quanti tradimenti si consumano sui luoghi di lavoro, nelle palestre e nei cinema? Potrebbero farne a meno. Costoro provocano gli istinti peggiori e poi si arriva alla violenza o abuso sessuale (lo ribadiamo. Roba da mascalzoni). Facciano un sano esame di coscienza: forse questo ce lo siamo cercate anche noi?».

Commenta la notizia

Shopping24

Dai nostri archivi