Monti presenta il simbolo di Scelta Civica e punta al 25%. «Non farò ministro con un altro premier»

«Sarà presente una lista unica unica per il Senato. Per la Camera tre distinte liste: una per la società civile; una per l'Udc, immagino con il nome di Casini; una lista di Futuro e libertà, immagino con il nome di Fini». Con queste parole il premier dimissionario Mario Monti ha aperto la conferenza stampa, convocata per la presentazione dei simboli della sua lista. È stato poi scoperto il simbolo per la Camera. «Con Monti per l'Italia. Scelta civica», si legge. «Il simbolo per il Senato - lista unitaria - sarà identico - ha poi aggiunto il professore -, ma senza la dicitura "Scelta Civica"».

La descrizione del simbolo della lista alla Camera
Su sfondo bianco é disegnato un cerchio blu carta da zucchero. Sopra, in grigio, si legge "Scelta civica" e sotto, in blu, "con Monti per l'Italia". A dividere le due parti dello slogan, un nastro tricolore stilizzato.

Monti: criteri di candidabilità più rigidi di quelli previsti per legge
«Entro alcuni giorni renderò noti i criteri di candidabilità a cui sarà tenuto chi vuole partecipare, senza distinzione di lista - ha anticipato Monti - . Ci saranno limiti legati all'attività parlamentare pregressa con un massimo di due deroga per ciascuna lista», ha poi proseguito. «I criteri di candidabilità saranno più esigenti rispetto alla normativa vigente e riguarderanno condanne e processi in corso, conflitto di interesse, il codice deontologico antimafia, limiti legati all'attività parlamentare pregressa con un massimo di due deroghe per ciascuna lista (per quelle liste cui sono ammesse persone che hanno già svolto attività parlamentare)».

Dietro al simbolo i creativi baresi
Il simbolo è stato realizzato alla fine di dicembre dai giovani creativi dell'agenzia barese Proforma, la stessa che in passato ha curato le campagne di Michele Emiliano e Nichi Vendola.

In serata da Lilli Gruber a "Otto e mezzo"
Dimettersi da senatore a vita come chiede Berlusconi? «Non lo prendo in considerazione. Non vedo i motivi e non lo prendo in considerazione». Lo ha detto Mario Monti che a 'Otto e mezzo' ha mostrato sorpresa per tale richiesta. «"Ma davvero lo ha detto?» ha chiesto a Lilli Gruber. È sorpreso? «"No"» è stata la risposta.

No ministro Economia con altro premier
Alla domanda se farebbe il ministro dell'Economia di un altro governo, ha risposto: «Credo di no. Comunque uno che è stato premier non deve porsi un problema di prestigio e di collaborazione a un livello inferiore. Ma uno che come me è stato richiesto di fare il presidente del Consiglio in un momento di grande difficoltà, si è fatto delle idee su quello che servirebbe e quello che sarebbe pericoloso e non credo avrei motivazione a impegnarmi al servizio di un governo del quale non condividessi almeno al 98% la politica».

I sondaggi e il traguardo del 25%
Del resto Monti non nasconde le sue ambizioni. Con alcuni sondaggi che lo accreditano di un risultato elettorale compreso (forbice ancora molto, forse troppo ampia) tra il 16 e il 25% il premier non ha nascosto alla Gruber di puntare al bottino pieno e anche di più.

Silenziare, verbo mutuato dal blog di Fassina
Il Professore ha anche replicato alle critiche che gli sono piovute addosso per aver detto che bisognava silenziare le estreme. «Essendo io un noto dittatore despota e intollerante alla democrazia - ha ironizzato - si può pensare quello. Ho preso l'espressione silenziare dal blog di Fassina che aveva detto che il Pd aveva "silenziato i grillismi"».

«Forse - ha aggiunto - si tratta di un verbo infelice ma penso che un grande partito di sinistra come Pd sarà tanto più utile per gli interessi che vuole tutelare, come quelli dei lavoratori, quanto più saprà giocare con altri la carta delle riforme e una maggiore apertura del mercato del lavoro».

Pronto ai faccia faccia in tv
Infine Monti si è detto pronto a partecipare a dei faccia con i suoi avversari elettorali anche perché lo considera «molto utile per gli elettori».

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