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Questo articolo è stato pubblicato il 11 gennaio 2013 alle ore 07:05.

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Lo spread BTp-Bund continua a scendere ma la rata dei mutui no. Uno smacco per le famiglie e le imprese italiane che vorrebbero sottoscrivere oggi un finanziamento. Le banche, a prima vista, sembrerebbero poco intenzionate a trasferire ai risparmiatori i vantaggi che stanno ricevendo dall'abbassamento dello spread. Ieri il differenziale tra i titoli decennali di Italia e Germania è sceso a 260 punti base contro i 575 punti registrati il 9 novembre 2011, solo poco più di un anno fa.

Per lo Stato italiano il costo della "raccolta" è notevolmente sceso. Stesso effetto per il costo del funding delle nostre banche. Il vantaggio è stato immediato anche in Borsa: dallo scorso luglio a oggi i titoli bancari hanno recuperato il 79% man mano che lo spread scendeva dopo le rassicurazioni del presidente della Bce, Draghi.
Il fenomeno è ancora più evidente dall'inizio di que st'anno, da quando lo spread BTp-Bund si è stabilizzato sotto i 300 punti. Eppure un anno fa le famiglie italiane pagavano in media il 3,55% per il differenziale aggiuntivo, lo spread bancario che si somma al tasso Euribor (quest'ultimo pari nel febbraio 2012 a 1,08% per la scadenza a tre mesi). Oggi, invece, con l'Euribor tra l'altro ai minimi storici (pari allo 0,19% per i tre mesi), quel costo "bancario" è sceso al 3,14%: uno "sconto" di soli 41 punti base.

Un paradosso che il mondo del credito attribuisce a tre ordini di problemi. Il primo è legato al costo della raccolta che continua a restare alta rispetto a prima del crack Lehman, quando l'Italia "pagava" un differenziale con la Germania di soli 70 punti (settembre 2008). Il secondo elemento è legato alla normativa bancaria più restrittiva per gli istituti nazionali rispetto a quelle di altri Paesi europei. In Svezia, per esempio, a fronte dei mutui erogati le banche hanno un "assorbimento patrimoniale" dovuto alle garanzie da accantonare del 6%, contro il 26% dell'Italia. Il terzo motivo, secondo i banchieri, è determinato dalla lentezza della nostra giustizia civile: in Italia per recuperare un immobile pignorato ci vogliono in media 10 anni, contro i soli 12 mesi della Germania. Tutti costi che vanno a ricadere sull'onere finale della rata dei mutui.

Sta di fatto però che se oggi guardiamo, ad esempio alla Spagna, queste giustificazioni danno solo una spiegazione parziale al problema. Ieri lo spread tra Bonos e Bund a 10 anni si è attestato a 333 punti base. E sottoscrivere oggi a Madrid un mutuo costa in media il 3,06%. Quasi un punto in meno rispetto al 4,05% medio italiano rilevato dalla Bce. Un'anomalia che anche le banche hanno difficoltà a spiegare.
c.martino@ilsole24ore.com

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