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Questo articolo è stato pubblicato il 21 gennaio 2013 alle ore 08:58.

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Cosa fare dopo le medie? È la domanda che assilla in questi giorni tanti studenti e genitori. Il 21 gennaio si apriranno le iscrizioni per il prossimo anno scolastico (c'è tempo fino al 28 febbraio per presentare le domande, rigorosamente on line) e parecchi tra i circa 580mila ragazzi che a giugno faranno l'esame di terza media, ancora brancolano nel buio.

Tra le possibili opzioni a disposizione dei ragazzi, c'è il liceo economico, introdotto tre anni fa con la riforma delle superiori ma sconosciuto a molti. «Introducendo questo indirizzo si è voluto recuperare - ha sottolineato il sottosegretario, Elena Ugolini - una tradizione di sperimentazioni fatta nel corso degli anni '90. Negli altri paesi europei il liceo economico rappresenta da anni un pilastro dei sistemi scolastici e, indirettamente, dello sviluppo sociale ed economico. Da noi non è ancora abbastanza conosciuto dall'opinione pubblica. Eppure - ha fatto notare il sottosegretario - è attualissimo in tempi in cui "spread" è una tra le parole più usate dai mezzi di informazione».

Come funziona
Il «Les» (liceo economico-sociale) è un'opzione del liceo delle scienze umane ed è l'unico liceo (oltre al linguistico) dove si studiano due lingue straniere e le discipline giuridico-economiche fino al quinto anno. In tutta Italia se ne contano 360. Nell'anno scolastico in corso (2012-2013) sono 4mila in tutta Italia gli alunni iscritti al primo anno.

I Les, statali e paritari, sono riuniti online in una "community nazionale" sul sito www.liceoeconomicosociale.it. Questo liceo, al centro di numerosi incontri informativi sul territorio, riprende la filosofia del liceo economico francese e va incontro agli interessi dei giovani offrendo la possibilità di uno sguardo su materie attualissime come l'economia e il diritto intrecciate con lo studio della matematica e della statistica. «E intercettare le attitudini, i talenti dei giovani è fondamentale - ha concluso Ugolini - anche per combattere il fenomeno della dispersione scolastica».

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