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Questo articolo è stato pubblicato il 20 gennaio 2013 alle ore 13:55.

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Il "Lago dei cigni", aveva detto l'anno scorso Serghej Filin, direttore artistico del Teatro Bolshoj, è espressione dei conflitti che si nascondono tra l'amore ideale, la realtà e le imperfezioni della natura umana. Ma le forze del bene e del male non si scontrano solo intorno al lago di Odette. Fuori dal teatro possono trovare moltissimi nuovi spunti.

L'ultimo, terribile episodio andato in scena è il volto di Filin sfigurato dall'acido che uno sconosciuto gli ha gettato sulla faccia giovedì, a Mosca, poco prima di mezzanotte. Il cortile di casa, la neve, un'ombra nera che fugge: in questi ultimi anni, tra splendori e miserie, la storia del Bolshoj - gli intrighi, gli scandali e i colpi di scena - non è davvero stata inferiore alla fantasia dei repertori artistici. E una maledizione sembra incombere sul "nuovo" teatro, quello che i grandi restauri conclusi a fine 2011 dopo sei anni e mille rinvii avevano promesso di far rinascere.

L'inchiesta interna
"Stai in guardia, Serghej", aveva avvertito il direttore generale, Anatolij Iksanov, annunciando la nomina di Filin come direttore artistico nella primavera 2011. Filin, 42 anni, era entusiasta: "Questa è la mia casa", aveva ricordato, lui nato come stella della danza al Bolshoj prima di passare, dopo 20 anni, alla direzione artistica del Teatro Stanislavskij e Nemirovich-Danchenko di Mosca. Un ritorno non privo di ombre: Filin era stato scelto all'ultimo minuto al posto di Ghennadij Yanin, chiamato a sostituire Jurij Burlaka a cui, un mese prima, non era stato rinnovato il contratto. Furono invece delle fotografie a fermare la corsa di Yanin, ripreso a letto in compagnia di altri uomini e "denunciato" da un sito costruito a immagine del sito ufficiale del Bolshoj, con foto e link inviati a migliaia di persone dell'ambiente in tutto il mondo. "Ci sono persone nel teatro che aspirano alla carica di direttore artistico - aveva denunciato Iksanov - devono aver giocato un ruolo in questo squallido intrigo". Oggi lo stesso Iksanov ha annunciato che l'inchiesta sull'attacco a Filin sarà interna, condotta dal teatro stesso.

"Una fogna rivoltante"
I medici stanno cercando di salvare la vista di Serghej Filin, nell'ospedale di Mosca n. 36 lo hanno trasferito dal reparto rianimazione. Il suo volto è completamente bendato, le palpebre gonfie, ha ustioni di terzo grado sulle guance, le labbra, le orecchie. Invidia, rivalità, rabbia per un ruolo negato e affidato a qualcun altro: sono i motivi che Iksanov e i ballerini del Bolshoj immaginano dietro il gesto di chi, mirando agli occhi di Filin, potrebbe aver voluto fermare la sua carriera per sempre. "Bisognerebbe cercare il colpevole tra chi avrebbe vantaggio a compromettere la direzione del teatro", attacca Iksanov. Il Bolshoj, scrive su Facebook Aleksej Ratmanskij che ne fu direttore artistico dal 2004 al 2008 e se ne andò perché considerato troppo innovatore, è "una fogna rivoltante" infestata da scrocconi e speculatori, e da "fan mezzi matti pronti a saltare alla gola dei rivali dei propri idoli".

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