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Questo articolo è stato pubblicato il 02 febbraio 2013 alle ore 16:50.

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Riforma della giustizia di nuovo in primo piano, dopo le polemiche Pdl-magistrati per il no al legittimo impedimento per Silvio Berlusconi impegnato in campagna elettorale e le tensioni per le ripercussioni dello scandalo Mps. A Bologna, l'Anno giudiziario dei penalisti italiani si è aperto oggi con un confronto a più voci sulle agende dei partiti in materia promosso dall'Unione delle Camere penali, il responsabile Giustizia del Pd Andrea Orlando, si è detto disponibile a una riflessione sul regime del 41 bis. «Sono favorevole all'abolizione dell'ergastolo ostativo», che esclude in ogni caso le misure alternative al carcere e ogni beneficio penitenziario ai chi sia stato condannato per reati associativi.

Fare il punto sul ruolo del regime 41bis
Sul regime del 41 bis nel suo complesso, Orlando ha spiegato come non ci siano «ancora i tempi per superarlo, ma è necessario fare il punto sulla sua funzionalità nella lotta alla mafia». Sul tema è intervenuto anche Claudio Fava, capolista in Lombardia di Sel: «Gli assassini di mio padre Giuseppe Fava sono al 41 bis, ma io credo che quello sia un trattamento inumano».

In primo Cdm stop a reato immigrazione clandestina
Sul problema del sovraffollamento delle carceri, un dramma per il quale l'Italia è stata recentemente censurata dal Consiglio d'Europa e da anni al centro delle attenzioni degli avvocati penalisti, Orlando ha definito «un errore» la scelta del governo di non ricorrere ad un decreto urgente per intervenire in materia di messa alla prova e detenzione domiciliare. Invece dell'amnistia, invocata da più parti come unica strada per risolvere l'attuale emergenza carceraria, «bisognerebbe, nei primi cento giorni di governo, intervenire con misure di sistema, mettendo in discussione leggi come la ex Cirielli e la Fini-Giovanardi. E Il primo Consiglio dei ministri dovrebbe, come gesto simbolico, abolire il reato di immigrazione clandestina».

Berselli (Pdl): no amnistia, puntare su depenalizzazione
Amnistia e indulto non sono invece la soluzione per il presidente della Commissione Giustizia del Senato Filippo Berselli (Pdl): «Bisogna rendere agibili le carceri che sono indecenti, intervenire sull'istituto della custodia cautelare in carcere e mettere a punto un vasto piano di depenalizzazione dei reati che non determinano particolare allarme sociale».

Spigarelli (Ucpi): riforme di peso con politico forte a via Arenula
Guardando al prossimo Governo che uscirà dalle elezioni del 24 e 25 febbraio, il presidente dell'Unione delle Camere penali italiane Valerio Spigarelli ha invece auspicato l'insediamento a via Arenula di un politico «forte», non necessariamente un avvocato: «Per fare delle scelte sistematiche, ci deve essere un grosso investimento politico e quindi ci siano una personalità politica di un certo livello. Ci vuole un personaggio politicamente forte per proporre riforme forti». Da Spigarelli anche un giudizio sui molti magistrati scesi in politica in vista delle prossime elezioni. Le toghe, spiega, dovrebbero «lasciare» per «un bel periodo di tempo» la propria funzione, «in modo che la loro discesa in campo in nessuna maniera intacchi l'idea di imparzialità».

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