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Questo articolo è stato pubblicato il 04 febbraio 2013 alle ore 11:29.
Monti bolla la proposta di Berlusconi di dare indietro agli italiani i soldi dell'Imu come «un tentativo simpatico di corruzione». Insomma, dice il professore, il Cavaliere «compra vota con i soldi degli italiani». Il presidente del Consiglio uscente tira fuori dagli almanacchi della storia la figura di Achille Lauro che, spiega Monti, «un cinquantennio fa prometteva qualche chilo di pasta o una scarpa promettendo l'altra a voto ottenuto».
Raccontano che "‘O Comandante" - come veniva soprannominato a Napoli - soleva regalare la scarpa sinistra prima delle elezioni e la destra se veniva eletto. Nato a Sorrento nel 1887, figlio di un armatore di velieri, nel dopoguerra - dopo una breve militanza tra le file dell'Uomo Qualunque di Guglielmo Giannini ed, esaurito quel movimento, non pochi tentativi per entrare nella Dc - decide di dare voce al partito dei nostalgici della monarchia. Dopo la tragedia di una guerra che ha messo il Paese in ginocchio, c'è tanta voglia di ricominciare. De Gasperi fa avanti e indietro dagli Stati Uniti per convincere gli americani che non c'è un pericolo comunista in Italia, e che il Paese merita una fetta della torta del piano Marshall. Proprio in questi anni si pongono le basi del miracolo economico.
O'Comandante lo intuisce. Bisogna parlare alla pancia delle persone. L'armatore fa campagna elettorale distribuendo pacchi di pasta, elargendo banconote tagliate a metà e, appunto, dando scarpe spaiate (l'altra arriva dopo aver ottenuto il voto). A Napoli, nelle elezioni comunali del 1952 e del 1956, porta a casa 300mila preferenze. L'Achille Lauro sindaco è raccontato nella pellicola di Franco Rosi "Le mani sulla città": storie di edilizia selvaggia, di cementificazione spinta, di edilizia che dà lavoro a migliaia di disoccupati senza occupazione. L'avversario politico di Achille Lauro è la Dc che alla fine vince la partita e, forte del controllo del Viminale, fa commissariare il comune. Questo fu Achille Lauro.
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