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Questo articolo è stato pubblicato il 04 febbraio 2013 alle ore 12:22.

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Jacques Brunel, ieri, non era l'unico francese a sperare in un successo dell'Italia. Anche Georges Coste, suo predecessore negli anni 90, quelli della grande crescita del rugby italiano, stava dalla parte degli azzurri. Quegli azzurri che lui per primo (nel 1997, a Grenoble) condusse alla vittoria contro la Francia.

"Ebbene sì - confessa - il mio cuore mi diceva così, di sostenere l'Italia. Che partita, quella dell'Olimpico: tremenda, commovente. Alla vigilia l'ho detto a tutti i miei amici, qui in Francia: attenzione all'Italia, ci vorrà una grande squadra per batterla". E invece stavolta la grande squadra è stata la nostra. "Proprio così. Intanto la mischia ha messo sotto il pacchetto dei Bleus in tutte le fasi di gioco. La mediana ha lavorato molto bene, si vede che Orquera sente la fiducia intorno a sé. I trequarti sono stati all'altezza. In questo team vedo armonia, echilibrio (pronuncia proprio così, come Brunel, ndr), una assoluta qualità di gioco. E non ci trovo nemmeno una lacuna".

E la Francia? Può avere peccato di presunzione? "No, non è a questo che dobbiamo pensare. Sono passati i tempi in cui si poteva mettere una vittoria azzurra in relazione a una performance scadente dell'avversaria. Non possiamo parlare di un exploit casuale. La Francia sarà stata a un livello un po' inferiore rispetto a novembre, ma è venuta a Roma concentrata, ricordando la sconfitta di due anni fa. Guardiamo il contenuto della prestazione e capiremo il valore della formazione che ieri ha vinto. Non ci piove".

Insomma, come ha detto anche il ct francese Philippe Saint-André, e come hanno confermato tanti commentatori internazionali, è stata una partita di prima categoria. "Sicuramente, l'Italia si sta muovendo in continuità rispetto a quanto ha fatto vedere di buono quest'autunno. Li vedo in crescita, maturi, stanno bene fisicamente e nella testa. Non penso che questo progresso si fermerà, anzi credo che gli azzurri andranno di bene in meglio".

Fino a che punto? "Bon, non possiamo saperlo, non possiamo dare niente di scontato. Posso dire, però, che ho visto tutti e tre i match del primo turno del Sei Nazioni e sono convinto che l'Italia sia arrivata all'altezza delle altre. Può darsi che ci sia ancora un po' di differenza rispetto agli inglesi, alla loro potenza, ma con tutte le altre si può fare risultato. Attenzione, non dico che si vince, dico che è possibile riuscirci. Prendiamo la Scozia, sabato prossimo: si gioca in casa loro, non sarà semplice, ma al momento l'Italia ha qualcosa di più".

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