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Questo articolo è stato pubblicato il 08 febbraio 2013 alle ore 19:12.

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L'inchiesta Mps si allarga, riprende vecchi filoni e fa nuovi accertamenti. L'attività in procura a Siena è febbrile - sono in corso audizioni di testimoni - e oggi il pubblico ministero Antonino Nastasi è andato a Firenze per incontrare il colleghi Luca Turco e Giuseppina Mione, titolari dell'inchiesta, chiusa mesi fa, sulla banca Credito cooperativo fiorentino che faceva capo al parlamentare Pdl Denis Verdini. Tra le due procure c'erano stati già contatti e scambi di informazioni e documenti sulle due inchieste.

L'indagine fiorentina ha riguardato la gestione del Credito cooperativo fiorentino, presieduto fino al 2010 da Denis Verdini, e gli aiuti statali all'editoria erogati ad alcune testate come Il Giornale della Toscana, riconducibile sempre a Verdini. Segreto investigativo a parte, è certo che nell'inchiesta sul Credito cooperativo è indagato anche Andrea Pisaneschi, ex componente del Cda di Mps e primo presidente di Banca Antonveneta acquisita dal Monte. I pm fiorentini contestano a Pisaneschi l'attività che avrebbe svolto a favore del gruppo imprenditoriale Btp, all'epoca presieduto da Riccardo Fusi, per un prestito da 150 milioni di euro dato da un pool di banche - capofila Mps - a Btp nel 2008.

L'ex dg di Mps Antonio Vigni fu ascoltato a Firenze come persona informata dei fatti. Tra l'altro l'avvocato Enrico De Martino, uno dei difensori dell'ex direttore generale del Monte, oggi si è intrattenuto stamani per circa un'ora negli uffici dei pubblici ministeri di Siena che indagano sulla Banca. Domani è prevista la seconda parte dell'interrogatorio di Vigni e un colloquio con Alessandro Daffina, responsabile Rothschild Italia che ha curato l'acquisizione di Antonveneta da Santander.

L'indagine fiorentina è chiusa con una trentina di indagati tra i quali l'ex coordinatore del Pdl. Gli inquirenti hanno sentito anche il senatore Paolo Amato, eletto con il Pdl ma poi in rotta con il partito. «È stato un ragionamento politico sui rapporti fra Pdl ed Mps» ha detto dopo essere stato ascoltato per circa due ore in procura a Firenze. Paolo Amato ha detto che non gli sono state fatte domande specifiche sul Credito cooperativo fiorentino. «Denis Verdini - ha spiegato Amato parlando con i giornalisti - si è comportato da capo del Pdl. Ha fatto il suo, l'avrei fatto anch'io. Se la logica è una logica spartitoria... sono i compromessi necessari alla politica». Sul ruolo di Pisaneschi, il senatore ha aggiunto: «Ho detto che non è stato nominato da Verdini, ma che è stato il frutto del '"groviglio armonioso" senese. Poi Verdini lo ha gestito».

Sul fronte dei nuovi accertamenti va registrato che la Guardia di Finanza ha sequestrato a Milano oltre tre milioni di euro alla società Enigma, che ha avuto anche alcuni rapporti finanziari all'esame dei magistrati di Siena che indagano su Mps. Il sequestro di oggi però si riferisce a una presunta evasione fiscale. L'attività della Gdf scaturisce da una serie di segnalazioni sospette fatte dalla Banca d'Italia. Il sequestro ammonta a circa 3,3 milioni, somma considerata equivalente a quella che sarebbe stata sottratta al fisco. La società Enigma, che ha sedi a Malta e a Londra, è finita anche nel mirino delle indagini della Procura di Siena per alcune operazioni sospette legate all'ex management del Monte dei Paschi.

Enigma Securities, con un comunicato pubblicato sull'homepage del proprio sito, ''ribadisce con forza e senza tema di smentita di non avere mai avuto nulla a che fare'' ne' con l'operazione "Alexandria", né con le operazioni "Santorini" e "Nota Italia", citate dalla stampa nell'ambito dell'inchiesta che grava sulla Banca Monte dei Paschi. Enigma Securities, filiale italiana dell'omonima societa' londinese che opera a Milano dal 2004, precisa nel comunicato che ha ''da tempo provveduto a chiarire agli organi di vigilanza e all'autorita' giudiziaria la totale trasparenza e legittimati' di tutte le operazioni cosiddette Otc realizzate come controparte di mercato con il gruppo bancario Monte dei Paschi di Siena. Tali operazioni non hanno mai avuto a oggetto (anche sottostante) i Btp''.

Enigma Securities, conclude la nota, ''non ha mai avuto rapporti di alcun tipo con la società Lutifin; il semplice accostamento fatto dalla stampa di Enigma a tale Lutifin è da considerarsi del tutto improprio e non corrispondente alla realta'''.

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