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Questo articolo è stato pubblicato il 08 febbraio 2013 alle ore 17:18.

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Beppe Grillo supera la prova sondaggi. Quelli pubblicati oggi - gli ultimi, considerato che domani scatterà, a due settimane dal voto del 24 e 25 febbraio, il black out previsto dalla legge sulla par condicio - danno il Movimento cinque stelle terza forza, gomito a gomito con Monti. Per quasi tutte le rilevazioni sarebbe al 16 per cento (un po' al di sotto di questa soglia, al 15,8, per l'indagine Ipsos - Il Sole 24 ore; per Manheimer/Corriere della Sera Grillo otterrebbe oggi il 14-15 per cento dei consensi mentre per Demopolis siamo oltre il 18). Secondo la rilevazione Demos/La Repubblica, nell'ultima settimana l'ex comico avrebbe guadagnato tre punti.

Dal forum agli attivisti, campagna elettorale a doppio binario
Nell'attesa che tra qualche giorno il quadro si delinei, l'ex comico gioca un'altra carta. Nel suo blog oggi Grillo scrive: «chi vuole può diventare da oggi un Attivista a 5 Stelle e spingere l'Italia verso un futuro migliore». Basta scaricare un'applicazione in Facebook, e con pochi passaggi si passa da frequentatore del forum ad "attivista a cinque stelle". Per Grillo è l'inizio del secondo tempo della campagna elettorale?

Corbetta: Grillo crescerà ancora se tradurrà i consensi in voti
La questione è capire quanto le rilevazioni demoscopiche siano in grado di fotografare la situazione attuale, la pancia degli elettori. Piergiorgio Corbetta qualche dubbio, in merito, lo nutre. Lui insegna "Metodologia della ricerca sociale" all'Università di Bologna. Con la collega Elisabetta Gualmini ha curato per l'Istituto Cattaneo il libro "Il partito di Grillo" (Il Mulino). «I sondaggi vanno guardati con cautela - avverte -. Spesso sono fatti con campioni ristretti di persone». Nel caso specifico «le rilevazioni per Grillo possono essere sovrastimate: nel periodo precedente al voto, molte persone sono disposte ad assumere posizioni più critiche, per poi tornare a decisioni più moderate una volta entrate in cabina».

Secondo Corbetta non si può comunque negare che l'ex comico sia, assieme al premier uscente Mario Monti, la novità di queste elezioni. Con lo "Tsunami tour" gira le piazze, mentre con il blog tiene i contatti in tempo reale con i grillini. «Grillo è "nuovo" per aver capito le potenzialità dei blog - spiega Corbetta -, ma è anche "vecchio" per le sue istanze di natura populista. L'uomo sa coniugare il rapporto virtuale su internet con quello fisico della piazza. Riesce a gestire queste due dimensioni così distanti tra di loro». C'è poi un altro elemento da prendere in considerazione. Il leader di M5S è «sicuramente un politico diverso da quello che critica: il fatto che appena esce la notizia dello scandalo Mps decide di partecipare all'assemblea dei soci della banca dimostra che ci vuole mettere la faccia. Il problema - osserva ancora Corbetta - è che lui è un leader, invece il suo movimento nasce sulla spinta della partecipazione diretta, che attualmente l'ex comico ha dimostrato di non saper gestire». I grillini possono crescere ancora? «Dipende. Ci sono molte variabili in gioco. Bisogna vedere, ad esempio, se Grillo riporta al voto chi protesta contro i partiti tradizionali e non è convinto di quanto negli ultimi anni è stato fatto da forze politiche come Lega e Idv. Potrebbe convincere anche i delusi Berlusconiani. E poi, va ricordato, l'ex comico è nato a sinistra...».

L'esperto di comunicazione politica: difficile convinca gli ndecisi Michele Sorice insegna Comunicazione politica e sociologia della comunicazione alla Luiss. È convinto che la corsa di Grillo, fotografata dai sondaggi, si basi, alla fine, su tre elementi principali: «la perdita di credibilità dei partiti tradizionali e l'antipolitica, una comunicazione politica che vede il personaggio Grillo e gli attivisti sul territorio (movimenti a carattere locale o di stampo ambientalista) coesistere. Infine, l'utilizzo contemporaneo della rete e del comizio (rinunciando, in parte, alla tv, anche se spesso si parla di lui anche se l'ex comico non interviene alle trasmissioni)».

Per Sorice, il grillismo è un esempio di spettacolarizzazione della comunicazione politica: «non è il primo (in questo "Berlusconi docet"), ma indubbiamente lo è». Alla domanda se in questi giorni che ci separano dalle urne M5S sia destinato ad aumentare i consensi, Sorice risponde: «Non credo che il voto degli indecisi, alla fine, andrà a Grillo: dipenderà da lui, se riuscirà a uscire dalle proposte demogogiche potrebbe convincere un po' di "indecisi", ma potrebbe perdere terreno tra gli "arrabbiati". E il gioco - osserva il professore - potrebbe non valere la candela».

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