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Questo articolo è stato pubblicato il 11 febbraio 2013 alle ore 14:12.

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Cancellare la riforma del lavoro targata Fornero e ritornare a quella Biagi. Nel menù del Pdl in tema di lavoro - hanno ricordato oggi in conferenza stampa a Roma Angelino Alfano, Renato Brunetta e Maurizio Sacconi - troviamo cinque anni di detassazione e decontribuzione per i neo assunti e addio allo Statuto dei lavoratori per varare lo Statuto dei Lavori.

Brunetta: per queste riforme costi non piccoli
«Buttare a mare le riforme Fornero su lavoro e pensioni, e tornare alla legge Biagi», ha affermato Brunetta. Dunque intervenire sia sul fronte delle regole, sia su quello degli incentivi fiscali. Con costi che lo stesso ex ministro ha giudicato «non piccoli», ma che troverebbero copertura - oltre che nell'effetto virtuoso che si genererebbe aumentando l'occupazione - anche in questo caso nel taglio della spesa pubblica.

«Avevano avvertito Monti sugli effetti della riforma Fornero»
Gli esponenti hanno criticato quanto fatto dal governo Monti: «Avevamo avvertito il governo che la riforma Fornero avrebbe avuto effetti negativi sugli indici occupazionali - ha affermato Alfano - e così è stato: in un anno si sono persi 300 mila posti di lavoro, soprattutto per i giovani». Questo perchè la riforma del lavoro dei "tecnici" - ha continuato Alfano - «è stata ispirata dalla sinistra e dal suo dirigismo, con la pretesa di conformare la realtà alla legge». E «se ora Monti vuole ancora difendere la legge Fornero, vuol dire che non ha a cuore l'occupazione e insiste con testardaggine su una strada sbagliata: è il campione delle ricette sbagliate».

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