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Questo articolo è stato pubblicato il 12 febbraio 2013 alle ore 18:02.

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Osservatore romano: niente sarà più come primaOsservatore romano: niente sarà più come prima

Il Papa, prendendo la decisione di dimettersi, «ha avuto a cuore il futuro della fede cristiana sulla terra e per questo ha creduto necessario fare un passo che cambierà molte cose». Lo scrive l'Osservatore Romano in un editoriale a firma del vicedirettore Carlo Di Cicco che ricorda come «la rinuncia di Benedetto XVI avviene nell'Anno della fede e nel cinquantesimo anniversario dell'inizio del concilio Vaticano II». Per il giornale vaticano «non é una casuale coincidenza, ma un segno dei tempi, che il Pontefice ha letto per il bene della Chiesa».

Una delle sorprese del suo agire controcorrente
La maggior comprensione di Benedetto XVI avviene «nel momento di massimo sconcerto dei più». E una delle sorprese del suo «agire controcorrente» è questo «uscire di scena con sconcertante dignità e naturalezza, cosciente che la barca di Pietro è guidata anzitutto dallo Spirito di Dio». Ma controcorrente, e solo per presentare Cristo al mondo Joseph Ratzinger ha coerentemente agito, da teologo, vescovo, cardinale e Papa. «L'eredità di Benedetto XVI - si legge - è grande già ora. Ma decantata nel tempo, apparirà ancora più preziosa e compresa di quanto non lo sia stata finora. Cercare di spiegarla buttandola nel mezzo di oscure manovre da cui difendersi, - rileva Di Cicco - sarebbe far torto alla trasparenza intellettuale del Papa. Come non coglie il segnale alto del suo gesto chi pensa alla sua rinuncia come a un'evasione dalla responsabilità».

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