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Questo articolo è stato pubblicato il 14 febbraio 2013 alle ore 17:42.

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(Reuters)(Reuters)

Per la prima volta padrona di casa del G20, che culminerà a settembre nel summit di San Pietroburgo, la rinata Russia di Putin si prepara ad ospitare nella città di Mosca, a partire da domani e per tutto il week end, la riunione inaugurale dei ministri delle finanze e dei governatori delle banche centrali. Con, sullo sfondo, il dibattito sulla cosiddetta «guerra delle valute» e della crisi dell'Eurozona.

Sotto i riflettori di Mosca, che ambisce a diventare un centro finanziario mondiale, la politica monetaria del Giappone e la sua decisione di indebolire lo yen: una manovra che, insieme ad un dollaro già deprezzato, alimenta il supereuro colpendo l'export e ostacolando la ripresa del vecchio continente.

Dopo avev riaffermato il suo impegno per «tassi di cambio determinati dal mercato», il G7 ha lanciato un primo, generico allarme, ammonendo che «una volatilità eccessiva e movimenti disordinati nei tassi di cambio possono avere implicazioni sfavorevoli per la stabilità economica e finanziaria». Ma ha lasciato al G20 moscovita l'onere di andare eventualmente oltre.

Alla vigila del G20 delle Finanze a Mosca, dal Fondo monetario internazionale cercano di gettare acqua sul fuoco sul dibattito sulla «guerra delle valute» sta alimentando le attese del vertice. «Pensiamo che sia una esagerazione parlare di guerra delle valute», affermano dall'istituzone di Washington. Pure il presidente della banca centrale europea Mario Draghi ieri ha cercato ieri di disinnescare la miccia, ritenendo «esagerato» parlare di una «guerra delle valute».

Interpellato sugli indebolimenti dello yen giapponese registrati nei mesi passati, il direttore delle relazioni esterne Gerry Rice ha affermato che secondo le valutazioni del Fmi «i dati non indicano deviazioni significative» rispetto ai valori medi storici. Tuttavia «il Fmi monitorerà attentamente se ci saranno sviluppi» e in caso di necessità sarà pronto a «fare la sua parte».

Oggi il premier britannico Cameron ha ammonito che «non si ricorre alla svalutazione in nome della crescita, di qualsiasi Paese si tratti». E il ministro delle finanze tedesco, Wolfgang Schauble, riferendosi chiaramente a Giappone e Usa, ha messo in guardia le grandi potenze industriali dal continuare a inondare i mercati di liquidità per evitare una crisi come quella del 2008.

Gli analisti tuttavia tendono però ad escludere un serio isolamento di Tokyo al G20 moscovita, non ultimo perchè anche gli Usa praticano politiche analoghe. Il sottosegretario al tesoro Lael Brainard, che guiderà la delegazione americana al posto del nuovo segretario Jacob Lew - non ancora in carica - ha già osservato nei giorni scorsi che se le svalutazioni competitive devono essere evitate, Washington sostiene gli sforzi giapponesi di rinvigorire la crescita e esaurire la deflazione.

Da parte sua, Mosca preme anche per accelerare la riforma del Fmi, uno dei cavalli di battaglia della presidenza russa del G20, ma il viceministro delle finanze Serghiei Storciak è scettico sulla possibilità che la decisione sulla nuova formula di ripartizione delle quote del Fondo monetario internazionale sia presa entro il summit G20. In ogni caso vuole una «road map».

Sarà il presidente Putin a fare gli onori di casa, con un ricevimento al Cremlino rivolto ai partecipanti del primo incontro dei ministri delle finanze e dei governatori delle banche centrali del G20, che la Russia ospita per la prima volta. Lo ha reso noto l'ufficio stampa del Cremlino.

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