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Questo articolo è stato pubblicato il 17 febbraio 2013 alle ore 19:45.

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Martin Castrogiovanni - LaPresseMartin Castrogiovanni - LaPresse

Nel primo fine settimana di pausa del Sei Nazioni, pareva che dovesse essere extra-agonistico l'evento più importante dal punto di vista ovale. E, in effetti, sul fronte della popolarità e dello "sdoganamento" davanti alla platea televisiva più vasta possibile, le cose non sono cambiate: chi avrebbe pensato, fino a poco tempo fa, che un giocatore della Nazionale di rugby potesse diventare uno degli ospiti più importanti alla serata finale del festival di Sanremo?

Invece sabato sera questo muro è caduto grazie a una spallata metaforica di Martìn Castrogiovanni, uomo-simbolo dell'Italrugby, per una sera cavalier servente di Luciana Littizzetto. Sorriso dolce, fare (fintamente?) impacciato, nelle mani la maglia della Nazionale (mai "spiegata" del tutto, forse per evitare una pubblicità indebita agli sponsor degli Azzurri), ecco che Martin ha fatto la sua figura, concedendosi qualche battuta e, al momento di presentare una canzione, tenendo anche in braccio la reginetta del festival. Che ha regalato parole di ammirazione per lui e anche per il rugby.

Da Sanremo, insomma, solo buone nuove. Ma bastava spostarsi un po' più a ovest e passare il confine con la Francia per tornare al rugby giocato e ricevere una brutta notizia. Infatti il capitano azzurro Sergio Parisse, impegnato a Parigi nella partita di campionato tra il suo Stade Francais e il Bordeaux-Begles (poi finita 30-14), è stato espulso verso la fine del primo tempo per quella che l'arbitro ha interpretato come una frase irriguardosa.

A questo punto sono poche le speranze di evitare una squalifica che, anche se di una sola settimana, impedirebbe al numero 8 di essere in campo sabato prossimo all'Olimpico contro il Galles. Perché nel rugby chi viene squalificato lo è a 360 gradi: prendi un rosso in campionato e devi restare fuori anche nelle Coppe europee di club e con la Nazionale. Insomma, c'è una patente di provvisoria "indegnità" che impedisce in toto l'ingresso in campo.

Aspettando il verdetto del giudice sportivo transalpino, per il ritiro che comincia stasera il ct Jacques Brunel si è cautelato chiamando anche Mauro Bergamasco, superveterano della terza linea, in ballo con la maglia azzurra dal lontano 1998.

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