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Questo articolo è stato pubblicato il 17 febbraio 2013 alle ore 16:19.
Nella campagna elettorale italiana ora ha fatto il suo ingresso il tema del ritardo dei pagamenti da parte delle amministrazioni pubbliche nei confronti soprattutto delle piccole e medie imprese. A che punto è l'istruttoria a livello europeo sul recepimento della direttiva?
C'è stata nelle scorse settimane a Bruxelles una spinta decisiva per il pieno recepimento della direttiva sul ritardo dei pagamenti. A mio avviso va interpretato come un successo dell'Europa non burocratica, che prova a dare certezza giuridica agli investitori. Ne ho parlato nei giorni scorsi con l'amministratore delegato della Borsa di Londra, Xavier Rollet: il problema – mi ha confermato – non è la carenza di liquidità ma la certezza dell'investimento. L'attuazione della direttiva è fondamentale nella strategia per uscire dalla crisi. Per questo – sebbene il termine ultimo per recepirla sia il 16 marzo – la Commissione ha chiesto agli Stati di anticiparne l'attuazione. Sono lieto che l'Italia lo abbia fatto, anche se restano alcune ambiguità da chiarire sui contenuti della direttiva, che dovrà riguardare tutti i settori, compresa l'edilizia, con un termine ultimo di trenta giorni per tutti, fatta eccezione per la sanità e alcuni appalti pubblici per i quali può essere fissato un termine massimo di sessanta giorni. Poi sto impostando un lavoro ad hoc con il commissario agli Affari economici, Olli Rehn per quel che riguarda il pregresso.
Per quel che ci compete, si tratta dei circa 70 miliardi di crediti commerciali dello Stato. Perché non creare per queste partite una contabilità parallela evitando in tal modo di entrare in rotta di collisione con i vincoli del Patto di stabilità e del Fiscal compact?
Con la situazione attuale il danno per l'economia reale è evidente. Abbiamo attivato una task force mista con Rehn e stiamo valutando nel dettaglio tutte le opzioni per risolvere la questione. Quella del bilancio parallelo è una possibilità. Si possono altresì prevedere meccanismi di compensazione sul pregresso. Mi sembra un segnale di una certa importanza che il guardiano dei conti, il commissario Rehn, abbia accettato di discuterne nel dettaglio. Un'apertura che spero possa condurre in breve a risultati concreti. Poi c'è l'altra grande questione del «Made In». Abbiamo approvato due regolamenti per i consumatori e per il mercato, rispondendo anche alle esigenze segnalate dall'organizzazione mondiale per il commercio. Confido che il Parlamento europeo li approvi nel 2014, prima della scadenza della legislatura. È di particolare importanza il regolamento sul coordinamento e il rafforzamento della politica di controllo anticontraffazione.
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