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Questo articolo è stato pubblicato il 23 febbraio 2013 alle ore 19:49.

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Superata la metà del Sei Nazioni è ancora difficile dare un giudizio sull'Italia del rugby. Qual è la vera Italia? Quella vincente vista contro la Francia nella prima giornata o quella che oggi, dopo essere uscita sconfitta dal Murrayfield stadium di Edimburgo due settimane fa, ha perso contro il Galles? Per Martin Castrogiovanni, che ha rilevato il ruolo di capitano a causa della squalifica di Sergio Parisse, probabilmente la risposta è che quella vera è una Italia vincente. «Oggi non abbiamo saputo gestire la partita, ma dal punto di vista della voglia e del cuore non posso dire nulla ai miei compagni. Ci rialzeremo, questa squadra ha le capacità per farlo, dobbiamo solo imparare a gestire meglio il gioco e così potremo dare qualche gioia in più e finire meglio il torneo», ha affermato il pilone azzurro in conferenza stampa. Anche se i prossimi appuntamenti sono a Londra con l'Inghilterra e poi a Roma con l'Irlanda, due clienti duri e sulla carta decisamente più forti, ma in fondo le era anche la Francia. Certamente se si vuole anche solo pensare di avere qualche chance, l'Italia avrà bisogno di rivedere quello che non ha funzionato oggi. Sul banco degli imputati ci sono la mischia e il gioco al piede. «Non credo che la squadra non abbia avuto carattere ma penso che non abbiamo gestito nella maniera giusta», ha spiegato il commissario tecnico Jacques Brunel, aggiungendo che l'Italia ha mancato perché ha avuto «un gioco al piede irregolare», ovvero ha commesso troppi errori in questa fase di gioco.

La differenza con il Galles è stata principalmente lì, infatti, «loro hanno avuto una qualità di gestione al piede migliore della nostra - come ha ammesso Brunel - sono stati più efficaci e questo ha fatto la differenza», anche perché, ha continuato il ct «noi abbiamo una migliore facilità a giocare come abbiamo fatto contro la Francia» nella prima giornata del Sei Nazioni e contro «Nuova Zelanda e Australia» durante i test match di novembre, «piuttosto che gestire una partita come oggi, con la pioggia e contro giocatori fisici come i gallesi». Insomma, il punto di partenza torna a essere Italia-Francia del 3 febbraio scorso, cercando di superare le due brutte delusioni che ci sono state nel mezzo, perché in particolare oggi «abbiamo subito troppo in mischia e preso troppi calci contro», come ha detto a caldo lasciando il campo Leonardo Ghiraldini. «Non è andata bene, non siamo abituati a fare partite del genere, dobbiamo riprenderci e ripartire», ha precisato il tallonatore, puntando anche lui il dito sul gioco al piede: «Dovevamo gestire bene il gioco e il territorio, ma non lo abbiamo fatto al meglio. Dovevamo metterli sotto pressione con un gioco al piede di qualità ma ci siamo persi nella confusione». Ironia della sorte, in un Paese di calciofili, in un gioco con la palla in mano a fallire è stato soprattutto quello al piede.

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