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Questo articolo è stato pubblicato il 26 febbraio 2013 alle ore 07:28.
L'ultima modifica è del 26 febbraio 2013 alle ore 14:05.
Secondo un report pubblicato questa mattina da Barclays l'Italia è avviata verso una fase di instabilità politica. Secondo gli analisti della banca britannica gli scenari possibili sono tre: una grande coalizione; una coalizione tra centro sinistra e Grillo; nuove elezioni.
La prima possibilità è considerata la più market friendly, idealmente, dovrebbe avere la riscrittura della legge elettorale come priorità. La seconda porterebbe dei vantaggi sul breve termine perché risparmierebbe al Paese quella fase di instabilità che accompagnerebbe nuove elezioni, ma offrirebbe poche garanzie sul fronte delle riforme. La terza, quella di nuove elezioni con il medesimo sistema elettorale, è considerata quella meno market friendly (e sembra tecnicamente impraticabile per via del semestre bianco, ovvero il divieto di sciogliere le Camere per i presidenti della Repubblica a fine mandato).
Le implicazioni del voto sui mercati non sono buone, sostengono gli analisti di Barclays. Nei prossimi giorni, complici le aste dei titoli pubblici in programma, la pressione sui BTp è destinata ad aumentare con la possibilità che i rendimenti sui titoli decennali salga nel giro di qualche settimana sopra il 5%. Possibili implicazioni sui giudizi delle agenzie di rating.
Promuovono una maxi-alleanza anche gli analisti di Credit Suisse per i quali «bisognerebbe tentare una grande coalizione. Questa sarebbe probabilmente, e sotto certe condizioni, l'opzione preferita dai mercati, anche se pensiamo che non sarebbe una coalizione di lunga durata. Una situazione simile nel 2006 finì con nuove elezioni meno di due anni dopo». In ogni caso «l'incertezza dovrebbe prevalere, almeno nel breve termine».
In uno studio pubblicato in giornata Goldman Sachs ipotizza che lo spread BTp-Bund possa stabilizzarsi tra i 275 e i 300 punti in caso di formazione di una grande coalizione. Non è escluso che il nuovo governo abbia vita breve e si ponga come missione quella di modificare l'attuale legge elettorale (Porcellum).
L'opzione della grande coalizione è la prima possibilità infine messa in conto anche da Santander che ricorda i precedenti tedeschi del 1967 e del 2005. Un governo del genere, auspicato con forza sul Financial Times dall'editorialista Wolfgang Munchau, appare al momento quello con maggiori possibilità di garantire una certa stabilità.
Secondo Jp Morgan, l'attuale situazione (cioè la vittoria di una coalizione di centrosinistra e centro alla Camera dei deputati ma un Senato senza maggioranza) "vale" un aumento di 40 punti dello spread, che toccherebbe quindi almeno quota 320-330. «Il fallimento da parte del centro-sinistra anche con il supporto del centro del raggiungimento di una maggioranza al Senato - spiegano gli analisti di Jp Morgan, che in origine attribuivano a questo scenario appena il 5% delle probabilità - costringerebbe a tortuosi negoziati per estendere la maggioranza ad altri soggetti e non sarebbe gradito dai mercati finanziari, spingendo i rendimenti, almeno inizialmente, di almeno 40 punti base».
Subito test da brividi: oggi l'asta di BoT, domani BTp
La reazione degli investitori c'è già stata. Questa mattina i rendimenti dei BoT a 6 mesi in asta sono balzati di 50 punti base (dall0 0,73% all'1,237%). E domani sarà la volta dei BTp.
Spread oltre 340
Intanto questa mattina sui mercati finanziari lo spread BTp-Bund è balzato subito a 347 (secondo la piattaforma Reuters) con il rendimento dei titoli di Stato italiani al 4,85%.
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