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Questo articolo è stato pubblicato il 28 febbraio 2013 alle ore 08:42.
L'ultima modifica è del 28 febbraio 2013 alle ore 08:49.

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Il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, nel corso dell'incontro con la collettività italiana, il corpo docente e gli studenti dei corsi di italiano in occasione della visita di stato, Monaco di Baviera (Ansa)Il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, nel corso dell'incontro con la collettività italiana, il corpo docente e gli studenti dei corsi di italiano in occasione della visita di stato, Monaco di Baviera (Ansa)

MONACO DI BAVIERA. Dal nostro inviato
«Noi rispettiamo la Germania ma esigiamo rispetto». È questa la frase chiave della giornata di Giorgio Napolitano quando la polemica è già divampata qui e in Italia. Il capo dello Stato, al secondo giorno della sua visita di Stato, da alcune ore ha deciso di annullare l'incontro a Berlino con Peer Steinbruck, candidato cancelliere dei socialdemocratici tedeschi, dopo quei giudizi pesanti sui due «clown» (Grillo e Berlusconi) che hanno vinto le elezioni in Italia.

Una mancanza di rispetto, appunto, nei confronti degli elettori italiani – e degli eletti – che il presidente della Repubblica non può tollerare. E così prima fa sapere di aver disdetto l'incontro a cena – «peraltro ancora non formalizzato» – poi chiarisce che i motivi sono proprio quelle «dichiarazioni del tutto fuori luogo. Anzi, peggio». Poi, nel pomeriggio a Monaco, quando vede la comunità italiana, trova parole più forti per chiarire con quale spirito affronta la visita in Germania. «Lo faccio nel rispetto del compito che mi affida la Costituzione di rappresentare l'unità nazionale che non è molto diverso dal rappresentare la dignità nazionale».

La commozione attraversa queste ultime parole ma tutto il discorso che Napolitano terrà davanti agli italiani venuti a incontrarlo è spesso interrotto dall'emozione. Segno di una pressione che il capo dello Stato sente su di sé nel passaggio politico più delicato per l'Italia. Al Quirinale infatti si ragiona sulla necessità che le forze politiche trovino un accordo – in tempi rapidi – prima delle votazioni chiave in Parlamento, in primis quella per l'elezione del presidente del Senato. Dunque serve dare un'accelerazione per non restare in balia di mercati che non vedono una via d'uscita per il nostro Paese, con rischi di fibrillazione sull'euro. Un rischio di contagio che paventa il ministro Schauble mentre – per inciso – ieri a Monaco c'era anche Mario Draghi ma il Quirinale ha smentito incontri. Dunque, la pressione finanziaria esige che quel puzzle complicatissimo trovi un patto politico al più presto per non affrontare votazioni parlamentari al buio.

Riflessioni che naturalmente Napolitano tiene lontano quando ha davanti i ragazzi e le famiglie della comunità italiana a Monaco che vengono a incontrarlo al Bayerischer Hof Hotel. È lì che si sente tutta la carica emotiva del capo dello Stato nel difendere la reputazione e la dignità italiana mentre i commenti sarcastici sul nostro Paese si sprecano sia sui giornali tedeschi che sulla bocca di esponenti politici come, appunto, Steinbruck. Più tardi fonti del Quirinale fanno sapere che il presidente ha ricevuto una telefonata di «cortesia e chiarimento» dal candidato cancelliere della Spd ma ormai il caso c'è.

Dunque, una giornata più complicata per il capo dello Stato che si trova a dover respingere una nuova diffidenza che arriva da alcuni ambienti tedeschi. E in questo suo compito di difesa dell'Italia si sente investito – «nella mia ultima visita di Stato» – quando incontra la comunità italiana. Aveva già scritto il discorso che avrebbe pronunciato ma, all'ultimo minuto, decide di parlare a braccio mostrando in almeno quattro o cinque momenti una commozione che finisce col contagiare la platea.

«Il nostro Paese ha problemi seri, punti oscuri, c'è la piaga della criminalità, tante ombre. Ma ha anche tante luci; non potete non essere orgogliosi dell'Italia che lavora, pensa, crea e produce e di chi ci rappresenta nelle missioni internazionali». Parla anche dei momenti bui della storia tedesca e anticipa che consegnerà una lettera – nel suo incontro di oggi a Berlino – al presidente tedesco Gauck scritta da uno dei testimoni della strage di Sant'Anna di Stazzema che da emigrante dovette andare a cercare lavoro proprio in Germania e quando si trattò di scegliere la lingua per i suoi figli scelse il tedesco perché «nazione di una stessa patria europea». Ecco il filo che deve tenere uniti i due Paesi che hanno condiviso momenti bui della storia, che hanno trovato il riscatto nel valore ed eroismo di molti uomini in quella stessa storia, ma che oggi fanno parte di quella più grande europea.

Ed è questo il tema al centro del suo incontro con gli intellettuali tedeschi venuti a incontrarlo nella mattinata di ieri: ci sono l'ex ministro tedesco Theo Waigel, il sociologo Ulrich Beck, Roland Berger, consulente strategico, lo scrittore Hans Magnus Enzensberger, a moderarli c'è Stefan Kornelius editorialista della Suddeutsche Zeitung. Nessun commento sul voto italiano ma la preoccupazione per «i populismi» che attraversano i Paesi europei è stato l'argomento di discussione. Una preoccupazione condivisa da Napolitano che ha addebitato agli «errori delle classi dirigenti» la pressione populista che ha radici anche in un «deficit di democrazia» europea. «Andare avanti con le riforme istituzionali, economiche e politiche», è stata la conclusione comune anche se servirebbe uno scatto che ancora non si vede. Anche questo sarà nel "menù" dell'incontro di oggi a Berlino con Angela Merkel.

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