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Questo articolo è stato pubblicato il 01 marzo 2013 alle ore 12:49.

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Crolla il Pil, vola il debito pubblico, migliora il rapporto deficit/prodotto interno lordo e la pressione fiscale vola al 44 per cento. E quanto emerge dalla rilevazione diffusa dall'Istat secondo cui il Pil nel 2012 è diminuito in volume del 2,4% (dato grezzo), percentuale che coincide con l'ultima previsione del governo contenuta nella nota di aggiornamento del Def di settembre scorso che stimava un analogo calo. Con un peggioramento rispetto al 2011 quando l'economia era cresciuta dello 0,4%. Capitolo pressione fiscale: l'Istat rileva che quella complessiva in rapporto al Pil, nel 2012, è salita al 44%, in aumento di 1,4 punti percentuali rispetto al 2011 (42,6%): si tratta del livello più alto almeno dal 1990, inizio delle serie omogenee.

Nel 2012 sale il debito: è al 127% del Pil
Mentre conquista il suo record storico dal 1990 l'indicatore del debito, salito nel 2012 al 127% del Pil, un miglioramento si registra invece nell'indabitamento netto delle pubbliche amministrazioni sempre rispetto al prodotto interno lordo, sceso al 3% dal 3,8% del 2011 e il saldo di parte corrente (risparmio o disavanzo delle Pa) é stato pari a -6 miliardi miliardi di euro circa, a fronte dei -23 miliardi del 2011. Dato positivo dovuto all'aumento delle entrate correnti di oltre 22 miliardi di euro (+2,4%) nettamente superiore a quello delle uscite correnti, circa 5,3 miliardi di euro (+0,6%).

Crescono di oltre il 5% le imposte indirette
Le entrate totali delle amministrazione pubbliche, pari al 58,1% del Pil, sono aumentate del 2,4% rispetto al 2011. Le entrate correnti hanno registrato un incrementi del 3,1% attestandosi al 47,7% del Pil. In particolare, le imposte indirette sono cresciute del 5,2%, essenzialmente per effetto dell'aumento dell'Irpef, della relativa addizionale regionale e dell'imposta sostitutiva su ritenute, interessi e altri redditi da capitale, che riflette le modifiche al regime di tassazione delle rendite finanziarie.


Consumi a -4,3%: le famiglie tagliano su abbigliamento e trasporti
Nel 2012 la spesa per consumi delle famiglie ha mostrato un'ampia contrazione in volume (pari al -4,3%), dopo essere stata quasi stabile nel 2011 (+0,1%). Un calo che risulta particolarmente marcato per i beni (-7,0%), mentre la spesa per i servizi ha registrato una diminuzione dell'1,4%. I «tagli» più accentuati hanno riguardato la spesa per vestiario e calzature (-10,2%) e quella per i trasporti (-8,5%).

Tabelle - Come varia il Pil »

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