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Questo articolo è stato pubblicato il 02 marzo 2013 alle ore 16:26.

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Sono due facce della stessa medaglia. Da un lato, la disfatta elettorale di Fini che obbliga i dipendenti di Fli (Futuro e libertà) a fare gli scatoloni. Dall'altro, l'ondata di abbattimento di costi della politica sulla scia del consenso ottenuto dal Movimento 5 Stelle che obbligherà molti partiti a fare i conti con risorse ridotte e molto probabilmente a ridefinire le piante organiche.

Così mentre i dipendenti di Fli della centralissima sede di via Poli, a pochi passi dalla Camera dei deputati, hanno fatto gli scatoloni e portato via le ultime cose, il tesoriere dell'Udc, Antonio De Poli, denuncia in un'intervista al quotidiano La Stampa che «toglierci tutto significherebbe ad esempio mandare in cassa integrazione dei lavoratori, cosa che rischiamo comunque di dover fare per via dei tagli». Il finanziamento ai partiti
«serve per fare attività politica, mandare risorse in periferia, mantenere una struttura necessaria per il funzionamento dell'attività».

Un problema che, secondo De Poli, riguarderà anche il Movimento 5 Stelle che dovrà passare da una struttura leggera come quella avuta finora grazie soprattutto al web ad «avere organizzazione sul territorio». E questo spiega il tesoriere del partito di Casini comporterà la necessità di sostenere delle spese: «Bravo se riesce a sostenerle tutte solo con donazioni private».

Per quanto riguarda Fli lo staff ha fatto sapere che ogni decisione sul futuro di uffici e partito è rinviata alla settimana prossima. Ma ammettono che è già stato fatto l'inventario. La chiusura è ormai data per scontata. Ora bisognerà vedere cosa succederà anche per gli altri partiti.

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