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Questo articolo è stato pubblicato il 05 marzo 2013 alle ore 19:05.

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La data ancora non c'è. Il Conclave si aprirà la prossima settimana, ma il prorogarsi della decisione dei cardinali è il sintomo più chiaro che dentro la Congregazione generale le divisioni si stanno facendo sempre più profonde. E non solo sui tempi di ingresso nella Cappella Sistina, ma anche sulla riforma della Curia, sul contenuto del dossier su Vatileaks, sulla gestione delle finanze pontificie.

I cardinali di Curia da subito hanno manifestato la volontà di fare presto - pilotando il varo del Motu Proprio - mentre quelli delle maggiori diocesi stanno ripetendo che non c'è fretta, che bisogna prendersi tutto il tempo necessario per approfondire bene i temi sul tappeto.

Tra questi cardinali che premono per evitare fughe in avanti ci sono i cardinali americani. E proprio con i porporati made in Usa oggi si è consumato un incidente: all'ultimo minuto è stato cancellato il briefing quotidiano che due porporati statunitensi a turno hanno tenuto lunedì e martedì al North American College, sul Gianicolo. Per oggi peraltro ieri era stato annunciato il cardinale Timothy Dolan di New York, che era stato sostituito dal'arcivescovo emerito di Washington, che doveva comparire insieme a Francis George di Chicago.

Questa sovraesposizione mediatica degli americani è stata giudicata non bene da molti cardinali, e anche padre Lombardi - senza entrare nel merito - ha ricordato come questo periodo è dedicato alla "riservatezza". All'appello degli elettori mancano ancora due cardinali, un polacco e il vietnamita, attesi tra oggi e domani. Domani con ogni probabilità la decisione.

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