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Questo articolo è stato pubblicato il 09 marzo 2013 alle ore 15:52.

Dentro la chiesa di San Rocco, nella contrada della Lupa, e fuori nelle vie di Siena, tantissimi senesi si sono riuniti per dare l'ultimo saluto a David Rossi, capo della comunicazione di Mps, che si è tolto la vita mercoledì sera, a 51 anni. Tra la folla i familiari, i suoi più cari amici, i colleghi giornalisti di più generazioni (compresi quelli che ha avviato alla professione ormai più di 15 anni fa) e i vertici della banca: il presidente Alessandro Profumo e l'ad Fabrizio Viola, visibilmente affranti. Lacrime composte, in ricordo di un uomo che amava la sobrietà e la compostezza.

Il funerale è avvenuto in via Vallerozzi, lungo la stretta strada in discesa che contraddistingue la contrada della Lupa, in pieno centro, a 5 minuti da Piazza del Campo. Sopra la bara una bandiera bianca e nera, i colori della Lupa, e davanti alla chiesa una bandiera uguale a mezz'asta in segno di lutto. Poi la bandiera è stata portata a braccio da un contradaiolo monturato, cioè vestito con gli abiti tradizionali medievali della Lupa, come a Siena si usa fare nelle contrade per le occasioni importanti e i momenti solenni.

La cerimonia è durata non più di 15 minuti. Semplice e silenziosa, come avrebbe voluto lui, che della sua vita personale raccontava raramente qualcosa a qualcuno, a parte i pochi di cui si fidava davvero. Un suo amico e collaboratore stamani ricordava che riuscì a tenere nascosto persino il suo matrimonio con Antonella, sua compagna da tanti anni. Era molto legato a lei e a sua figlia Carolina, che ha cresciuto come fosse sua, sin da quando era bambina.

Ancora la gente incredula stamani si chiedeva il perché del gesto: non sembrava depresso e non aveva dato segni di squilibrio. Certo è che i suoi amici più cari non avevano più visto da tempo – comprensibilmente - quel David posato e sarcastico di un tempo. Si interrogava sulla sua vita, sui 10 anni passati accanto a Giuseppe Mussari, al servizio di una banca dove aveva lavorato con dedizione. Ripercorreva le tappe della sua carriera professionale, pensando ai possibili errori, chiedendosi dove aveva sbagliato, senza trovare risposte e senza darsi pace.

David ha deciso di morire. Un gesto incomprensibile, ma non così incoerente con un uomo che affermava sempre la libertà di pensiero e di azione con illuministica convinzione. Non credeva nell'Aldilà, lo ha sempre detto, era ateo fino a essere dissacrante, tagliente nelle battute come molti toscani, spesso ironico. Amava l'arte, soprattutto quella della sua città. Sembrava, per chi non lo conosceva bene, spigoloso e altero, ma era un uomo molto sensibile, e con una visione profonda.
Ha vissuto sempre a Siena, città che non avrebbe mai lasciato, a cui è sempre rimasto affezionato. Ed è lì che è voluto morire.

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