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Questo articolo è stato pubblicato il 11 marzo 2013 alle ore 08:09.

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La partita persa oggi dall'Italia con l'Inghilterra per 18 a 11 dimostra ancora una volta che quando gli Azzurri entrano in campo sapendo di affrontare una squadra difficile da battere giocano meglio. Il quarto turno del Sei Nazioni 2013 ha fatto emergere nuovamente l'Italia vista contro la Francia, nella prima sfida del torneo, e ancora prima contro Nuova Zelanda e Australia nei test match di novembre 2012.

Archiviate le brutte prestazioni con Scozia e Galles, oggi gli Azzurri hanno reagito alla pressione inglese del primo tempo e hanno giocato una seconda frazione alla pari con i "maestri", quelli che il gioco ovale lo hanno inventato, mettendo paura ai padroni di casa in più di una occasione. E se Luciano Orquera avesse messo dentro i pali la trasformazione della meta di Luke McLean e l'ultimo calcio, la differenza punti sarebbe stata ancora più bassa. Per non parlare dei troppi calci concessi agli inglesi, con Toby Flood che non ne ha sbagliato uno. Ma come si dice, la storia non si fa con i "se".
Quello che in ogni caso risulta chiaro è che quando l'Italia è data per sconfitta arriva il momento in cui ti sorprende con una prestazione da applausi. Per il vice capitano Leonardo Ghiraldini, il problema è che "a volte ci mettiamo pressione da soli, ci mettiamo dubbi in testa" mentre "dobbiamo avere fiducia nel nostro gioco e nelle nostre qualità". Di fronte alla questione se sia più una questione di fisico o di testa, non ha dubbi, invece, il commissario tecnico Jacques Brunel: "Nell'ultima partita (quella persa con il Galles, ndr) non abbiamo avuto gambe, non avevamo la freschezza che abbiamo avuto oggi" con il tallonatore azzurro che prosegue: "In queste occasioni, quando il fisico c'è, fa la differenza e la testa lo segue". In vista della prossima settimana, quando a Roma arriverà l'Irlanda, che ieri ha pareggiato a Dublino con la Francia, "dobbiamo continuare così. Dobbiamo avere fiducia nelle nostre qualità e rispetto per l'avversario", dichiara ancora Ghiraldini, aggiungendo che "non possiamo sottovalutare nessuno, ma possiamo mettere in difficoltà chiunque e magari vincere". Parole che a voler leggere tra le righe fanno pensare che forse, in particolare con la Scozia a Edimburgo nella seconda giornata del torneo, l'Italia ha peccato un po' di arroganza dopo aver vinto con la Francia, a ripetere un copione già visto nel 2011 (vittoria con i Blues al Flaminio e poi sonora lezione dagli scozzesi alla partita successiva).

Se la prestazione degli Azzurri ha stupito molti, non è apparso assolutamente sorpreso Stuart Lancaster, ct inglese. Che sia stato per fair play o per convinzione, alla domanda se l'Italia vista a Twickenham sia stata migliore di quanto si aspettasse, ha risposto molto chiaramente: "No", sottolineando di avere "molto rispetto per l'Italia" e di non aver mai pensato che "sarebbe stato facile", perché "l'Italia ha fatto molti progressi negli ultimi 12 mesi". Progressi che, tuttavia, a volte stentano a farsi vedere, o che si intravedono a intermittenza. Quello che serve agli Azzurri ora è continuità. Per Brunel "siamo sulla strada giusta, ma abbiamo ancora molto lavoro da fare", riservandosi di dare un giudizio sulla sua squadra solo dopo il match di sabato prossimo con l'Irlanda.

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